giovedì 7 aprile 2022

Psoas, apertura e radicamento

Spesso nelle pratiche parlo di bacino, postura e Psoas. So che, per le persone, non è mai facile identificare un muscolo e soprattutto questo nome particolare incuriosisce!!         Ma dove si trova esattamente?? Una delle domande più o meno esplicite che mi viene posta è proprio questa. Non intendo certo annoiare con collocazioni tecniche dello psoas ma diciamo che, per percepirlo, occorre immaginarlo posizionato in profondità, all'interno dell'articolazione dell'anca e collegato al tratto inferiore della colonna vertebrale. Quindi interessa pienamente tutta la mobilità tra bacino e colonna con la tipica antero o retroversione del bacino. E' un muscolo ubicato vicino al centro di gravità del nostro corpo, regola l'equilibrio.

Quindi, prima di analizzare il suo ruolo di equilibrista, invito a porvi una domanda: 

Quante persone osservo in giro curve, instabili con ginocchia o altre articolazioni non allineate???    Se ci pensate e se osservate, nei prossimi giorni, vi accorgerete di quanta rigidità e tensione vi è in giro. Tutto ciò è legato ad un atteggiamento emotivo ma anche spesso ad un ruolo lavorativo, chi viaggia in macchina per lavoro, chi siede ore alla scrivania, chi non pratica movimento per pigrizia e non per mancanza di tempo. Quasi tutti abbiamo posture scorrette, anche chi pratica posturale con regolarità, se si allontana dalla pratica e rientra nella routine del movimento ritorna alle antiche forme e ai vecchi disequilibri posturali. L'obiettivo delle pratiche posturali è principalmente CENTRARE IL BACINO coinvolgendo i muscoli che ne determinano il movimento e mantenere il più possibile una CURVATURA NEUTRA, naturale della colonna vertebrale, consentendo in questo modo allo psoas di svolgere i suoi compiti senza affaticarsi e irrigidirsi.

Chi si accorge di faticare in salita o discesa, caricando ginocchia o altre articolazioni, quasi sempre non ha uno psoas in equilibrio. E' un muscolo scheletrico che aziona 2 articolazioni contemporaneamente ovvero anca e colonna vertebrale. Inoltre insieme al bacino, la cui parola riporta ad un contenitore che contiene gli organi interni, e al pavimento pelvico, funge da sostegno agli organi. Per via della sua posizione, l'aorta (la più grande arteria del corpo), segue un percorso simile a quello dello psoas, perciò anche la circolazione sanguigna è correlata a questo muscolo che potrebbe inibirla nel caso di eccessiva rigidità. Inoltre lo psoas e il diaframma (il più importante muscolo respiratorio) si uniscono in un punto noto come PLESSO SOLARE, un'area ubicata all'altezza dell'ombelico, sede di una fitta rete nervosa, associato all'antico sistema dei chakra. Quindi come può lo psoas non essere collegato al benessere spirituale e all'intento della persona vista la sua ubicazione???

Quando non è contratto, lo psoas funge da  abilitatore nel trasmettere le energie e farle fluire dall'alto verso il basso e viceversa. 


Spesso nei massaggi shiatsu si trovano persone con energie dissociate nelle due zone, come se il corpo al di sopra dell'ombelico appartenesse ad una persona e quello sotto all'ombelico ad un'altra. Due realtà scollegate in cui si percepisce che l'energia non fluisce, in alcuni domina la parte alta mentale, in altri è possibile trovare un radicamento con eccessiva tensione al suolo. E' sempre magico vedere come il nostro comportamento e atteggiamento sociale influisca nel movimento corporeo, alcuni hanno i piedi e il movimento delle gambe così rigidi da non riuscire a trovare il contatto con la terra, l'energia non gli arriva in modo fluido dall'alto. L'energia è bloccata serve farla fluire con movimenti specifici, sblocchi emotivi improvvisi , consapevolezze e tanta volontà!!!! L'INTENTO innesca in noi cambiamenti evolutivi e spesso, grazie al nostro corpo che si muove finalmente con intento, riusciamo a prendere decisioni e comprendiamo dei nostri  atteggiamenti comportamentali. La cultura occidentale fatica a comprendere come lavorando sul corpo si possa giungere ad equilibri emotivi. Mi spiego meglio...Siamo ormai abbastanza consapevoli del fatto che un nostro problema fisico, anche di salute, possa essere dovuto ad uno stress emotivo ma non prendiamo quasi mai in considerazione che agendo sul nostro corpo possiamo regolare la nostra salute mentale e non solo fisica. Certo si parla ormai spesso di yoga per trovare equilibrio, ma questo basta ad indurre cambiamenti nella nostra vita?? Io non credo che molti cerchino il cambiamento attraverso pratiche corporee poichè per farlo occorre molta AUTODISCIPLINA credendo che l'attività corporea sia un motore evolutivo. Occorre essere regolari e desiderare sempre un miglioramento, sfatando l'ideologia sociale che porta a credere che una persona anziana divenga rigida fisicamente e sia destinata ad essere assistita. Ne esistono sempre meno poichè la saggezza non fa rima con vecchiaia nel mondo occidentale, ma credo che ognuno di noi conosca almeno un anziano novantenne con una buona mobilità, ancora in grado di lavorare. Pensate se queste persone avessero svolto regolare attività fisica mirata all'equilibrio con regolarità?? 

Torniamo allo psoas, è possibile vedere come attraverso gli esercizi di yoga e posturale siamo in grado di sbloccare non solo il terzo chakra del plesso solare ma anche i chakra posizionati sopra e sotto il centro. Per esempio se pratichiamo esercizi specifici, possiamo immaginare la possibilità di attivare questo sistema energetico per una finalità terapeutica, stabilendo un salutare senso di RADICAMENTO , eliminando i rifiuti e prendendosi cura del proprio corpo in modo amorevole e naturale!!! Agendo poi con specifiche posture adattate ad uno specifico chakra possiamo sbloccare il corpo attivando in profndità la sinergia tra movimento e respiro che vede nel plesso solare l'unione tra psoas e diaframma. Quindi il corpo attraverso 2 muscoli fondamentali sblocca il centro mettendo in sinergia la respirazione diaframmatica al movimento dello psoas. 

Concludo con un consiglio pratico, muoversi anche camminando, con una camminata in mezzo alla natura, nella campagna, in un bosco, al mare ma non nel caos sempre in luoghi meditativi . Mentre si cammina porsi delle domande collegandosi al respiro. Come è il mio ritmo ? Il mio passo, il mio respiro?? Come sento i miei piedi nel collegamento con la terra? Come si muove il mio bacino? In quale parte del corpo sento tensione mentre cammino? Iniziare a stare in ascolto durante la camminata è già un modo per iniziare a sentire cosa avviene nel profondo attraverso l'attività corporea. 

 

Questo potrebbe rappresentare un inizio di cambiamento con il minimo sforzo possibile poi quando l'autodisciplina affiorerà e darà segnali di vita, ci si potrà porre la domanda:

MA IO SENTO IL MIO PSOAS?

E FINALMENTE LO POTRÒ CERCARE NEL MIO BACINO. 


BUONA PRATICA !!!!!!