Sulla questione “prezzi” la nostra realtà rurale per il
momento riesce a procedere con delle entrate esigue dal punto di vista sociale
nonostante la presenza di 3 figli…
Questo avviene non per una serie di coincidenze fortunate ma è stata una
forma di organizzazione ragionata nel tempo dove un cambiamento forte come
l’arrivo del terzo figlio porta a rivedere la gestione del danaro.
Occorre precisare che la nostra realtà esiste
burocraticamente riconosciuta come “azienda in esonero IVA” cioè azienda
agricola che ha un regime di entrate che si aggirano attorno ai 7000 euro
annui. Questo percorso solitamente è pensato burocraticamente utile per aziende
nuove che lo utilizzano per i primi anni, poi si da per scontato che non si
riesca a sopravvivere con esigue entrate e che culturalmente esiste questo
desiderio innato di ingrandirsi, riscattarsi e produrre di più e si passa ad
“azienda con regime semplificato” in cui rientrano la maggior parte delle
aziende semplici come quelle BIO di Campiaperti, ma se proprio fai girare tanto
danaro, riscatti la tua azienda da povera e semplice a efficiente e organizzata
grazie per es. all’acquisto di trattori
nuovi, magazzini, reti orrende antigrandine etc. allora puoi diventare una “azienda
a regime normale” e ce l’hai fatta, il traguardo è stato raggiunto e sei ben
inserito. Questo ironicamente è il percorso sociale proposto dalle associazioni
di categoria che riteniamo essere dispendioso anche dal punto di vista umano,
cioè nel caso in cui una azienda diventa “normale” ecco che i prezzi della
verdura si appesantiscono di spese burocratiche incisive, investimenti, che noi
non abbiamo ritenuto fondamentali e che spesso richiedono l’utilizzo di “mutui”
che si possono fare se non hai già avviato il mutuo per l’acquisto
dell’azienda, e necessita di maggiore tempo a disposizione da dedicare al
lavoro per coprire le maggiori uscite.
Noi come compagni di vita e passioni e come genitori ci
siamo posti la domanda “Cambiare?” per avere maggiori entrate e più stabilità
economica ma questa stabilità ci siamo accorti che comprometteva la nostra
stabilità affettiva e la nostra capacità di interazione con i figli. Certo qui
si parla di eccelsa qualità della vita se paragonata alla qualità di un operaio
che meccanicamente compie le stesse minuziose azioni tutti i giorni, alienando
il corpo e la mente, senza porsi alcuna domanda se non quella del pagamento
della tessera sindacale! Estremizziamo ovviamente e ci chiediamo se siamo così sicuri
che l’alienazione non sia anche là dove manca il tempo per sè? Da qui parte la
nostra scelta oggigiorno “socialmente estrema” di vivere con poche entrate
economiche ma con una qualità relazionale famigliare fuori dal comune.
Come possono bastarci
quei 7000 euro annui?? prima di tutto occorre essere abili manualmente e
imparare l’arte del “fai da te” ma qui credo che tutti i contadini proprio per
la strada intrapresa siano in grado di “arrangiarsi” e reinventarsi falegnami,
elettricisti, idraulici, meccanici nel quotidiano e di affiancarsi ad un
professionista solo nei casi più estremi.. Ciò significa per esempio che per
cambiare l’olio al motore del trattore o della vecchia macchina non c’è bisogno
del meccanico?? Se anche per questo serve il meccanico allora significa che
“NON C’è IL TEMPO”…Talvolta si può mediare e nelle vere comunità rurali c’è lo
scambio naturale e c’è sempre l’amico che lo sa fare e tu hai il cibo per
ripagarlo!! Certo nel nostro caso Max è un fuoriclasse nell’arte di
arrangiarsi, ma crediamo che la fortuna aiuti coloro che osano e che con
coraggio hanno fatto dell’improvvisazione un’arte.
Ma se parliamo di ridurre le spese quotidiane, quelle
chiamate fisse, come luce, acqua, gas/legna, cibo allora occorre dire che non
si è mai arrivati. Con l’acqua abbiamo già provveduto a installare i riduttori di flusso, ma non
quelli classici che avevamo già da 10 anni ma quelli da 1,7 litri ed ecco che
l’ultima bolletta purtroppo Hera è di poco più di 3 euro. Nel periodo invernale
si consuma certo meno acqua ma è anche vero che questi riduttori non sarebbero
socialmente accettati da tutti poiché occorrono 5 minuti di tempo per riempire
il secchio per dare lo straccio.. ma noi il tempo non lo subiamo!
Un altro cambiamento riguarda la sostituzione di lampade a
risparmio energetico con lampade a LED che consumano dai 3 ai 7 watt ognuna,
circa la metà di quelle a risparmio energetico e durano il doppio di ore,
questo in previsione di rendere autonomo il consumo delle luci di casa
alimentandole con un sistema fotovoltaico/batterie scollegato dall’enel. E così
via potrei parlare dell’acquisto di una nuova stufa più KW e meno legna con un
prezzo d’acquisto a noi accessibile....e altro ancora ma sempre con
l’intenzione di non sentirsi mai arrivati nella conquista di un’autonomia di
vita e di pensiero.
Per quanto riguarda la produzione di ortaggi abbiamo avviato
una gestione che ha l’obbiettivo di limitare gli investimenti economici. Fin
dall’inizio abbiamo immaginato di salvare un pezzo di terra e abbiamo agito sempre con concretezza
trasformando questo terreno in un terreno in grado di produrre frutta e verdura
con il minimo sforzo. Questo si ottiene
per es. impiegando, là dove è possibile, sementi autoprodotte per produrre piantine direttamente in campo o in serra e
utilizzando gli animali da pascolo (pony e asina) in recinti che poi diverranno
orti lavorando solo il terreno in superficie. Probabilmente però risulta ancora
più importante l’ autoproduzione di cibo
nella gestione famigliare e questo riduce notevolmente la quantità di denaro
necessario nella quotidianità ma aumenta la richiesta di tempo. Autoproduzione
non solo di ortaggi ma anche di alimenti trasformati quali lo yoghurt e il
latte di soia e ovviamente il pane. Inoltre è fondamentale alimentarsi con cibi
ricchi dal punto di vista nutritivo ma poveri poiché più economici: inserire
tutti i giorni un pasto con una tipologia di legume e ridurre il consumo di
carne a massimo 2 volte alla settimana. Queste scelte negli anni ci hanno
permesso di limitare gli acquisti ai supermercati che sono l’unico possibile
luogo in cui trovare qualche alimento
biologico a 45 km dalla città e
acquistare i prodotti bio di nicchia quali per es. miglio, semi di girasole,
sesamo etc. nelle erboristerie di paese.
Non meno importante risulta la scelta di gestire il più
possibile i figli offrendo loro un luogo in cui crescere liberi all’aria aperta
giocando. E così la scuola non ha costi poiché si riduce ad un solo pomeriggio
e si elimina il costo della mensa che riteniamo sia una spesa inutile e troppo
incisiva economicamente e in contrasto con la scelta fondamentale del mangiare
bene e sano e del vivere all’aria aperta!!
Ma non vorremmo che passasse un’immagine bucolica della
nostra vita poiché non è facile oggi “essere”, nel pieno significato di questa
azione, una famiglia disinserita: gli ostacoli sono molti e l’educazione e gestione dei figli è solo una tra le tante
complessità attuali. Una cosa è certa, una realtà rurale come la nostra può
esistere solo all’interno di una organizzazione come quella di Campiaperti e
anzi questa nostra estremizzazione è stata possibile proprio grazie a
Campiaperti, poiché i primi anni era fondamentale affiancare un’altra attività
per integrare le entrate. Perciò chi acquista un cavolo, contribuisce certamente
a creare biodiversità là dove l’occhio riesce a vedere solo una pianura estesa
e sterile, ma questo riteniamo essere il minimo
necessario nel biologico, ma soprattutto getta le basi per una comunità
libera da costrizioni educative e perciò libera di esprimersi!!!