mercoledì 29 agosto 2018

Danzare gli elementi

Un grazie speciale va a Viola e Cloe che insieme collaborando in armonia mi hanno permesso di sperimentare la danza degli elementi !!!
Ho ripreso in mano la mia ricerca corporea attraverso un sentire libero e privo di schemi dei bambini.
In tutta sincerità non tutti i bambini sono così liberi nei movimenti, l'ideale è fare queste sperimentazioni con chi non ha ancora subito costrizioni nei movimenti attraverso le danze più comuni attualmente, dalla classica, alla moderna, ritmica, artistica e tutte le baby dance del pianeta estivo...
Diciamo che il campo si restringe ma con la pratica libera e creativa del movimento i bambini molto più rapidamente degli adulti si liberano velocemente da sovrastrutture corporee e comportamentali....non basta però una pratica ne occorrono diverse.
La tecnica della danza degli elementi l'avevo praticata in una scuola di Bologna all'avanguardia almeno 15 anni fa...comprendeva il danzare seguendo ritmi diversi e diverse intensità con Acqua, Aria, Terra ,Fuoco.
L'avevo poi sperimentata con adulti ma con i bambini i risultati sono immediati poichè liberi dal sentirsi giudicati nelle loro capacità espressive corporee.
Gli elementi si possono ampliare si lavora con il metallo, si parla di roccia, di legno e anche di Luna per esempio.
Poi attaraverso la sperimentazione dei movimenti inventati dai bambini si costruiscono piccole coreografie.
Molti, nel panorama italiano della danza che riesce a vedere il bello solo in una dinamica espressiva classica, faticano a vedere una crescita della consapevolezza corporea con la danza contemporanea.
Questo è assolutamente dimostrabile con il fatto che pochissimi bambini danzano in modo libero o addirittura si avvicinano al contemporaneo in età adolescenziale dopo avere incastrato il corpo nelle strutture classiche.
Io ho compiuto vari passaggi nella mia storia dalla ritmica, allla classica moderna, alle tecniche jazz abbinate al fitness, passando per le ricerche posturali e del pilates, ma la danza che più mi ha permesso di liberare il corpo è stata la danza contemporanea attraverso questa tecnica sperimentale e attraverso il contact e ultimamente con l'Axis Syllabus.
Una cosa che ho sempre notato, quando praticavo stage con coreografi che cercavano di sbloccare strutture del movimento, è stato il blocco soprattutto in chi aveva fin da piccolo basi classiche.
E io stessa sentivo emotivamente una enorme compressione diaframmatica ed espressiva nelle poche sessioni di classica che ho affrontato per qualche anno.
La classica mi bloccava il movimento perchè mi bloccava l' intento espressivo e ho sempre pensato che mai avrei fatto studiare classica o altre discipline costrittive ai miei figli almeno fino ai 10..11 anni.
I bambini devono crescere liberi di muoversi e la natura solo li può plasmare al movimento con salti, corse, rincorse, scale, ritmi delle stagioni, lenti movimenti nell'osservare, rapidi movimenti nell'eccitazione.
La natura è l'unico strumento in grado di liberarli e di metterli in contatto profondo con il corpo e i suoi sentimenti.
Credo sia per questo motivo che la danza degli elementi si avvicina così tanto ad una libertà espressiva.
Inoltre con il tempo si entra in una qualità del movimento rendendolo autentico e ritmico senza passare dalle costrizioni nell'esecuzione.
Anche perchè non si considera abbastanza il danno fisico subito da un sovraccarico ripetitivo dato da movimenti classici, vedi per esempio la lordosi lombare di molte ragazze.
Con i bambini bastano 40 minuti, 1 ora è già pesante e lunga per un adulto, occorre rispettare l'infanzia, non pretendere prestazioni fisiche estremizzate che influenzano le loro ossa malleabili e plastiche.
Il rispetto del loro corpo e lo stimolo della crescita avviene attraverso un giocoso ascolto del movimento che sincronicamente si adatta via via al ritmo musicale e alle parole richiamate nella lezione.
E così imitando, ognuno con il proprio bagaglio emotivo, parole dense di significato, si  creano memorie del movimento e queste memorie cariche di belle sensazioni porteranno ad una bellezza estatica del movimento eseguito.
Ed ecco che le prime parole rimaste nella memoria di Viola e Cloe ieri pomeriggio sono state ACQUA per Viola e LUNA per Cloe.
E la mini coreografia aperta con acqua e chiusa con luna rimarrà impressa senza sforzo nel loro corpo.
E io sono passata dal piacere estatico dell'insegnamento e ringrazio i bambini e la libertà sempre compagna di vita!!!!






          Cloe e Viola mentre costruiamo la mini coreografia acqua e luna

venerdì 24 agosto 2018

Una C sul calendario e diventa parte del nostro stile di vita

Quando il corpo inizia a sentire i benefici di un'attività fisica significa che potremmo essere sulla buona strada per crearci una sana dipendenza tra corpo e benessere fisico e che in qualche modo siamo stati costanti.
Essere costanti nel dedicarci a noi non si determina costringendoci ad una scelta di un giorno fisso ma significa piuttosto partire con 1 giorno di attività alla settimana e a quel giorno non rinunciare mai. E intendo mai.
Pensiamo a come la società si sia fossilizzata nel non rinunciare mai ad un pasto fondamentale come il pranzo e la cena, ritenendoli saggiamente basilari per sostenere una giornata di lavoro.
Ma l'ago della bilancia con il cibo si è spostato purtroppo verso una dipendenza emotiva dal cibo con prevalenza di cibi che appesantiscono la giornata invece di favorire un buon livello energetico.
Possibile, mi chiedo, che un popolo si sia così piegato ad esclusivi piaceri del palato e contemporaneamente a doveri lavorativi, tanto da non sentire mai la necessità di fare un'ora alla settimana di sana attività fisica all'aria aperta?
Una così semplice analisi mostra già intrinseca una deviazione nell'ascolto del piacere.
La mente assopisce e domina il corpo con forme di pigrizia delle più varie, con giustificazioni collegate al tempo che manca e al tempo che non ci aiuta con il troppo caldo, troppo freddo, il vento e la pioggia.
Sempre colpa del tempo!! Tanatos la fa da padrone perchè permettiamo alla nostra essenza di esseri umani stabili e in salute di non esprimersi.
Se solo si fosse così esigenti verso se stessi nell'esprimere sempre il desiderio di stare bene come lo si è nell'esprimere sensi di colpa se non si lavora per paura del tanto temuto giudizio sociale!!!!
Proviamo a trasformare il pensiero alla base dell'inconscio collettivo da un "Sei qualcuno solo se hai un lavoro di un certo tipo" e qui ognuno aggiunga le parole chiave che prima giungono alla mente (sicuro, indeterminato etccc) a  "IO VALGO se mi prendo cura di me".
Basta questo essenziale pensiero per cambiare energeticamente la giornata.
Ma questo Cambio di Logica implica una consapevolezza critica di massa.
Diventiamo una massa critica di persone che al primo posto mettono il benessere fisico e per farlo occorrerà dedicarsi ad una camminata o ad una corsa alla settimana oppure ad un giro in bicicletta.
Però anche qui  occorre darsi degli obiettivi.
Primo fra tutti se si cammina, mai camminare meno di 40 minuti di seguito cambiando ritmo del battito cardiaco e se si corre ci si può fermare a 30 minuti.
Tutti possiamo trovarci mezz'ora alla settimana!!!
Io dopo tanti anni di attività , riflessioni e studi ho potuto verificare che le persone che partono subito con più lezioni, se non sono sportive nell'animo, e qui si stringe il campo, non proseguono e non sono costanti.
Per questo motivo a tutti i nuovi, se capisco che non si occupano di attività corporea da tempo o da sempre, consiglio 1 volta alla settimana.
Un ulteriore consiglio...mai fissare un giorno esclusivo!
In questo modo si rischia di arrivare a viverla come una costrizione, esattamente come molti vivono la routine lavorativa.
Uscire dagli schemi della routine almeno con il corpo aiuta la mente a non creare sicurezze effimere attraverso essa.
IL CAMBIAMENTO è l'unica forma per vivere la vita in modo evolutivo.
Questo discorso vale sempre solo per chi non ha provato piacere ma costrizione nell'attività fisica.
La corsa e la camminata svolte in un crescendo di tempi e di giornate dovranno essere affrontate con una certa determinazione.
Si parte sempre con una camminata a ritmo personale di 5 minuti circa (ci si accorgerà che il corpo memorizza i tempi e sarà lui a scandirli) per poi passare ad un ritmo più sostenuto con la camminata, occorrerà allungare il passo, lasciare che l'addome ovvero il nostro CORE, il nostro centro ci sostenga, liberando le anche da rigidità culturali.
L'anca dovrà avere un sano lieve movimento ondulatorio e questo permetterà alla camminata di farsi più ampia e leggera.
Più ci avviciniamo con tanta esperienza e pratica ad un movimento naturale del corpo meno energia servirà per camminare poichè il corpo sfrutta in modo fisico l'energia cinetica liberatasi nel movimento ondulatorio.
Le braccia non vanno dimenticate, sono fondamentali e anche l'utilizzo dei pettorali.....il busto non è perfettamente dritto, ma presenta un leggero sbilanciamento in avanti per sfruttare l'energia che si genera nel movimento continuo che darà la sensazione di essere infinito, di generare un 'infinita possibilità di movimento.
Quando nel tempo 30 o 40 minuti ci risulteranno stretti si potrà arrivare all'ora almeno con la camminata, con la corsa vanno benissimo anche 45 minuti.
I movimenti con la corsa si riducono e i tempi cambiano.
Prendiamo spunto da Runner's..obiettivo mezz'ora di corsa.
Diamoci vari step.
- corri 2 minuti cammina 1 minuto, ripeti 8 volte
- corri 4 minuti e cammina 1 minuti e ripeti 5 volte
- corri 6 minuti e cammina 2 minuti per 3 volte
- corri 8 minuti e cammina 2 per 3 volte
- corri 10 minuti e cammina 2 per 2 volte
- corri 15 minuti e cammina 2 per 2 volte
Ogni step potrà essere tenuto fino a quando non ci si sente pronti per il successivo e dovrà essere preceduto sempre da almeno 5 minuti di camminata sostenuta per scaldare la muscolatura.
E non dimentichiamo mai di segnare con una  grande C la nostra attività sul calendario.
Questo non solo ci renderà fieri ma ci aiuterà a mostrare la nostra continuità, sempre evitando di creare un'oscillazione tra senso di colpa e senso del dovere.
Quando il piacere del movimento prenderà il sopravvento, solo allora ci si potrà finalmente rendere conto che non vi è colpa o dovere ma solo BENESSERE PSICOFISICO e la dipendenza naturale del corpo ad esso  ci renderà costanti.
Forse in modo naturale saremo già passati a 2 attività settimanali o ci arriveremo a breve.
BUONA ESTASI FISICA A TUTTI



giovedì 16 agosto 2018

Il CIBO è un educatore

Spesso chi fa scelte consapevoli alimentari ovvero chi porta attenzione ai cibi che acquista appare alla società come un elemento di disturbo, quando invece pone le basi per porsi delle domande su ogni alimento che dagli scaffali arriva nel piatto.
Quando  crescono dei figli, i genitori sono pronti a selezionare il cibo nel periodo dello svezzamento, ma poi mano a mano che si entra in un sistema educativo sociale questa attenzione scema in modo inversamente proporzionale  al tempo che un bambino trascorre fuori casa in una comunità educante.
Cosa intendo dire? Che per mancanza di tempo il genitore affida il proprio figlio all'educazione alimentare delle mense scolastiche.
Queste purtroppo seguono delle linee guida che la società rispetta pienamente. Consumo di carne e salumi più di 2 volte alla settimana per esempio, considerando che i genitori stessi proporranno poi nella cena almeno un pasto a base di carne e raramente di pesce, si trasforma in eccesso di proteine animali con conseguente acidificazione.
Consumo di latticini, cereali non integrali e sempre lavorati.
Inoltre ci si trova a confrontarsi con sapori forti, che appagano il palato e via via il bambino non riuscirà più ad apprezzare una semplice verdura cruda, una pasta integrale avrà un sapore troppo particolare, per non parlare del pane elaborato con farine antiche e semi .
Questi sono esempi semplicissimi, ma consideriamo la necessità di inghiottire sempre più zuccheri, o in forma complessa più carboidrati ed eccoci di fronte a bambini che amano solo la pasta bianca senza nemmeno sughi con verdure, oppure riso in bianco etc.
Non ci devono essere sensi di colpa, ma  prese di coscienza.
Se io genitore non sono presente ad un pasto importante come il pranzo e spesso non ho tempo con la colazione, ecco che nessuno proverà a condire in modo più piacevole l'insalata o altre verdure... E in poco tempo il bambino si abituerà senza problemi a lasciarle da parte e quando durante la cena si proverà ad insistere sui contorni crudi o cotti a base di verdure ecco che il bambino non avrà dubbi...se a pranzo non lo mangio e nessuno se ne preoccupa perchè devo mangiarlo a cena???
Ovviamente la comunità più di così non può fare anche perchè sappiamo che pochi genitori mangiano verdure quindi deve mediare tra i vari componenti sociali.
Il problema rimane insito nel fatto che l'educazione alimentare spetterebbe alla famiglia, ma anche questo ci è stato tolto falsandolo come un bisogno di fare comunità a tavola.....Come se nelle nostre memorie sensoriali ci ricordassimo dei pasti consumati in mense, ovvero grandi saloni bianchi e sterili, invece di una bella cena in un ristorante con vista sul mare o sui monti o...o semplicemente di una cena all'aperto a casa con amici o in autunno davanti al fuoco.
Qui la memoria prende il volo e il gusto si associa al ricordo stimolando la nostra passione tutta italiana per la tavola come momento di pura convivialità.
Insomma non facciamoci convincere anche di questo!!!!
Il buon senso e l'ascolto di sè devono venirci in aiuto.

Se i genitori mantengono il contatto con il cibo sano, verdure di stagione, cereali in chicchi integrali, legumi, condimenti semplici e proteine animali non in eccesso, ecco che il palato non avrà bisogno di coprire un piatto di pasta con un pomodoro freschissimo con cucchiaiate di formaggio, nono avrà bisogno di sapori forti e salati ma si abituerà a gustarsi le sfumature delle tipologie di pasta, le sfumature dei sapori delle varie verdure che ogni giorno sceglieremo per quel piatto.
Ma questo lavoro che non è altro che una parte del nostro stile di vita, viene facilitato dal tempo libero che abbiamo per cucinare per noi e i nostri figli e dalla scelta dell'educazione parentale.
Quanta fatica abbiamo fatto in questi anni per occuparci del cibo in modo così pieno, ma nonostante il nostro percorso sia passato dalla scuola pubblica dell'obbligo per poi approdare all'educazione parentale, mai siamo riusciti a lasciare i nostri figli in mensa anche se il giorno della mensa era solamente uno.
Ricordiamo ancora i 2 anni passati al pranzo del martedi recandoci con il nostro furgo Westfalia a scuola: un'ora piena di aria aperta anche in inverno con cibo e chiacchere. In questo siamo sinceri, lo si faceva anche per risparmiare, con 5 euro di mensa noi potevamo dare un pasto di qualità, cosa che sappiamo non avviene nella mensa dove ormai le cooperative esterne regnano indisturbate.
Ora mi rendo conto che tutti e 3 rispettano la nostra scelta, non hanno mai avuto problemi a gustarsi qualsiasi tipo di legume, hanno le loro preferenze sui cereali integrali dove il riso e la pasta integrali regnano indisturbati senza mai un lamento.
Con le verdure il percorso risulta sempre più ostile, ma lo si accompagna con discussioni e mediazione.
Difficile il momento dell'adolescenza, ma va rispettato, visto che anche l'omeopata ha sottolineato il fatto che i gusti cambiano accompagnando i cambiamenti e i picchi ormonali.
Il cibo diventa una vera e propria scuola di vita.
Intanto insegna loro che non vi è solo un modo di mangiare o una cucina buona per eccellenza, vi sono tanti stili alimentari, diversi modi per condire.
E qui un ringraziamento speciale va ai condimenti orientali...La salsa di soia ovvero lo Shoyu e l'acidulato di umeboshi che Cloe chiama aceto rosa.
Entrambi permettono a tutti e 3 di condirsi con piacere le loro verdure, poi certo tutto cambia e scorre :
Tommaso che mangiava broccoli a non finire ora è in stallo, ma mangia anche bietola, cicoria, cipolla cruda no, ma ama l' aglio crudo e il finocchio crudo.
Sebastiano adora prepararsi ciotole di lattuga, non predilige i sapori amari ma li tollera.
Cloe ce la ricordiamo fin da piccola con le sue cipolle crude in mano mangiate nei campi o a tavola.
Cerchiamo sempre di mescolare le verdure che piacciono a tutti e 3 ma non è sempre facile a causa del tempo che talvolta è restrittivo e anche della voglia di preparare che dopo 15 anni si è fatta altalenante.
Un ringraziamento speciale va al cibo di qualità, grande maestro di vita soprattutto quando viene autoprodotto ed ogni foglia ha un valore, ogni frutto deve essere mangiato o trasformato se troppo maturo.
Il cibo insegna a non sprecare occasioni o materie prime, insegna a riciclare e recuperare e non occorre portare i figli a corsi sul riciclo  perchè ogni giorno si confrontano con noi sull'importanza del rispetto di ciò che è stato prodotto.
L'educazione in questo modo parte dalla tavola ma non attraverso il galateo, questo in campagna è privo di senso, bensì attraverso il rispetto degli essseri viventi mangiati o allevati e attraverso il rispetto della fatica di chi produce il cibo che è essenza di vita.