domenica 11 aprile 2021

Microrivoluzioni

 Stiamo assistendo ad una rapida ascesa del totalitarismo neoliberista. Questo si mostra in ogni contesto sociale, in ogni ambito, giustificato dall'emergenza sanitaria. Serve ancorarsi a terra e al passato ricordando la storia e come dicevo nello scritto precedente "Leggere e scrivere - 2 azioni sovversive" occorre farsi aiutare dagli scritti esistenti che spesso prendono spunto da filosofi del passato.

Nuovamente riparto da uno scritto di Onfray tratto dal libro "La potenza di esistere" pubblicato nel 2009 ma estremamente attuale per riportare la coscienza in collegamento con la nostra storia, per ricordare a tutti chi siamo e soprattutto che siamo principalmente una massa di schiavi a cui il potere neoliberista economico vuole togliere quei pochi fasulli diritti conquistati e rimasti.

Lo diciamo ormai in tanti, occorre un risveglio scritto in grande, UN GRANDE RISVEGLIO  delle coscienze. Ovunque stanno creando strettoie, aumentano regole, mietono terrore, tutto senza alcuna obiezione definendo qualsiasi opposizione scientifica una Pseudoscienza. Solo questo termine dovrebbe fare insorgere chiunque conosca la scienza come una conoscenza in divenire, colma di nuove scoperte, colma di errori e di limiti ma purtroppo ormai divenuta dogmatica.

Niente di nuovo, lo stanno gridando e urlando in tanti, tutte le persone che chiedono il diritto di esprimere un dubbio: un dubbio su pratiche sperimentali vaccinali, un dubbio sulle cure, vista la maggior mortalità da Covid rispetto agli altri paesi europei, un dubbio sul numero dei positivi quando ormai tutti sappiamo che i positivi vengono ricontati ogni volta che sono sottoposti a tampone, un dubbio sulla validità dei tamponi stessi, un dubbio sulla buona fede delle multinazionali farmaceutiche, un dubbio sulla capacità dei politici di gestire le emergenze, un dubbio sulla mancata consapevolezza sociale riguardo all'inviolabilità del corpo. Ma dopo 1 anno di emergenza questi dubbi sono ormai certezze.

Prima di tutto dobbiamo capire chi siamo, ma credo che molti ormai si sentano schiavi e già questo è un passaggio e inoltre occorre  rispondere alla domanda:

Che fare??????

E qui rispondo riportando le parole di Michel Onfray.

"Il potere non esiste che con il CONSENSO di coloro sui quali si esercita.

 Se questo consenso manca? Il potere si indebolisce se perde presa.

Perchè il colosso dai piedi di argilla - immagine tratta dal  Discorso della Servitù volontaria di Michel de Montaigne - si regge solo sul consenso del popolo sfruttato. Dal sedicesimo secolo niente è cambiato . La brutalità del liberalismo non esiste che per l'acquiescenza di coloro che lo subiscono. Se arrivassero a rifiutare la loro collaborazione, questa fortezza diverrebbe un sacco di pietre secche.

La violenza liberale non è platonica, non cade dal cielo e non proviene da idee pure. Essa sale dal suolo, sorge dalla terra, si incarna in luoghi e persone, in circostanze e in occasioni; si mostra; è visibile, dunque fragile e delicata, accessibile, esposta, perciò la si può combattere, impedire, vietare.

La natura stessa dei MICROFASCISMI  presenti in ogni ambito sociale (sanitario, scolastico, lavorativo per fare qualche attuale esempio) obbliga  a MICRORESISTENZE. Alle molteplici occasioni di forze negative opponiamo forze reattive e fermiamo l'energia dell'energia oscura.

Il liberalismo non è un'essenza platonica ma una realtà tangibile, incarnata. Non si lotta con concetti come con situazioni concrete. Sul terreno immanente, l'azione rivoluzionaria si definisce tramite il rifiuto di trasformarsi in cinghia di trasmissione della negatività. 

QUI E ORA, e non domani o per un avvenire radioso, più tardi - PERCHE' DOMANI NON E' MAI OGGI.  La rivoluzione non aspetta il beneplacito della Storia maiuscola; essa si incarna in situazioni diverse sui luoghi in cui la si attiva: in famiglia, nella fabbrica, nell'ufficio, a scuola, in coppia, a casa, sotto il tetto familiare, dappertutto......

Non ci sono pretesti per rimandare all'indomani ciò che alla fine non si fa mai:

il luogo, il tempo, la circostanza e l'occasione rivoluzionaria?

L'ISTANTE.

Contrastando la fine di ogni possibile rivoluzione insurrezionale, Deleuze faceva appello al divenire rivoluzionario degli individui. L'invito conserva tutta la sua efficacia e tutta la sua potenzialità. Certo, questo rifiuto guadagna a non essere solitario: perchè la potenza e il dominio liberali dispongono dei mezzi per riportare alla ragione il ribelle isolato, presto schiacciato, polverizzato e sostituito. Ogni azione frammentaria lascia spazio alla sua repressione immediata. Salvo vocazione al martirio - inutile e controproduttivo - l'eroismo senza concentrazione dispensa un'energia preziosa in pura perdita.

Una resistenza permanente, sì;  una costruzione della propria esistenza, per evitare che essa costituisca un ingranaggio del funzionamento della macchina nefasta, è ancora meglio, ma nella realtà ci si deve concentrare, bisogna associare le forze, aumentare le possibilità di far trionfare la propria idea: RALLENTARE, FRENARE, BLOCCARE, STOPPARE, RENDERE LA MACCHINA NEOLIBERISTA INEFFICACE E INUTILIZZABILE.

DALL'INERZIA AL SABOTAGGIO.

 

Occorre fabbricare piccoli dispositivi temibili come un granello di sabbia nell'ingranaggio di una macchina perfezionata, creando occasioni individuali o comunitarie di imperturbabilità reale e di serenità effettive. "

Questo il potente percorso definito da Onfray: la costruzione di comunità liberate che si autodeterminano a partire da una educazione libertaria, dalla cura di sè e del proprio corpo affinchè un virus non trovi terreno malato e fertile, dalla passione per un lavoro che non renda schiavi, da un nuovo rapporto e da una nuova unione con la terra e con l'ambiente attraverso l'autoproduzione di cibo.

Per divenire esseri umani finalmente liberi e uniti.