lunedì 21 settembre 2020

LA GHIANDA E LA QUERCIA

 Da tempo volevo riportare la forza della teoria della ghianda così come descritta dallo psicologo James Hillmann. Ho lasciato trascorrere qualche mese, ho osservato la società, soprattutto genitoriale, buttata in pasto alle scelte incoerenti, altalenanti, ossessive messe in atto nell'istruzione scolastica italiana.

Ho ascoltato genitori increduli, arrabbiati, tesi, indecisi o decisi, li ho visti prendere decisioni più o meno forti nei confronti della scuola e i bambini li ho visti accettare questo delirio sociale e politico.

Proprio l'altro giorno passando davanti ad una scuola elementare ho potuto vedere un parco con alberi alti racchiusi tra percorsi confusi delimitati dal classico nastro a righe rosse e bianche. Poteva sembrare un|'intenzione di limitare zone con lavori in corso ma purtroppo erano le zone per mettere i bambini in batteria per giocare all'aperto.

Ecco la scuola risponde ad una necessità di educazione, anzi ad un obbligo educativo con una organizzazione aziendale improvvisata per mettere in sicurezza la propria comunità educante esattamente come farebbe una azienda che produce polli da allevamento.

Nell'emergenza li separa, ognuno in una propria gabbia virtuale di 1 metro , eventualmente li cura nei modi che ritiene più idonei al contagio in atto , previene con mascherine il contatto anche verbale e nell'ora dedicata li libera nel cortile, come i polli allevati a terra con mascherine e vietando alcun contatto fisico.

Proprio come si fa anche nell'agricoltura industriale, tra i filari di frutteto, si prendono esclusivamente decisioni di cura o prevenzione imposte da un tecnico. E chi come noi si occupa di agricoltura biologica e chi come me ha amato l'ecologia nel percorso di studi, non può solo osservare ed accettare poichè sa che un altro modo ed un altro mondo è possibile.

Qui si parla di esseri umani, di comunità e di vita dei bambini e non dimentichiamo che con il presente si delinea il futuro.

Per questo credo sia fondamentale parlare con intento della Teoria della Ghianda per infondere coraggio e fducia necessari per fare scelte educative parallele che possano mettere fine ad un abuso di controllo nei confronti di bambini e ragazzi.

Riporto così come le ho trovate nel libro di Hillmann le sue parole, affinchè venga descritto il valore ecologico di una ghianda curata, affinchè possa diventare una potente quercia che cresce spontanea e non cresce in un bosco antropizzato su filari delineati senza sufficiente spazio per dare vita alla propria forza espressiva.


"La TEORIA DELLA GHIANDA dice che io e voi e chiunque altro siamo venuti al mondo con un'immagine che ci definisce. Nel linguaggio di Platone, ciascuno di noi incarna l'idea di se stesso.

E questa forma, questa idea, questa immagine non tollerano eccessive divagazioni.

La teoria inoltre , attribuisce all'immagine innata un'intenzionalità angelica o daimonica come se fosse una Scintilla di Coscienza; non solo, afferma che l'immagine ha a cuore il nostro interesse perchè ci ha scelti per il proprio.

L'idea che il daimon abbia a cuore il nostro interesse è probabilmente l'aspetto della teoria più difficile da accettare......Perchè è così diffcile immaginare che qualcuno o qualcosa tenga a me , si interessi a quello che faccio, magari mi protegga o addirittura mi mantenga in vita, indipendentemente, in una certa misura, dalla mia volontà e dalle mie azioni??.....Nonostante questa protezione invisibile, noi preferiamo immaginarci gettati nudi nel mondo, vulnerabili e completamente soli.

E' più facile credere nella favola di uno sviluppo autonomo , eroico, che in quella di una provvidenza che ci guida e ci ama, che ci trova necessari per quello che abbiamo da offrire e che accorre in nostro aiuto.

I bambini rappresentano la miglior dimostrazione pratica di questa teoria. ....e mi riferisco soprattutto al banalissimo miracolo in cui si rivela il MARCHIO DEL CARATTERE: tutto a un tratto, come dal nulla, il bambino o la bambina mostrano chi sono e la cosa che devono fare. Queste urgenze sono spesso frenate da percezioni distorte e da un ambiente poco ricettivo, sicchè la vocazione si manifesta nella miriade di sintomi del bambino difficile, del bambino autodistruttivo, del bambino "Iper", tutte espressioni inventate dagli adulti in difesa della propria incapacità a comprendere il sintomo.

Ebbene la teoria della ghianda offre un modo completamente nuovo di guardare al comportamento infantile, considerandolo non tanto dal punto di vista delle cause quanto delle vocazioni, non tanto delle influenze passate, quanto delle rivelazioni di un futuro intuito.

Riguardo ai bambini e alla loro psicologia chiedo che ci togliamo il paraocchi dell'abitudine. Voglio che riusciamo a vedere come ciò che fanno e che patiscono i bambini abbia a che fare con la necessità di trovare un posto alla propria specifica vocazione in questo mondo.

I bambini cercano di vivere 2 vite contemporaneamente, la vita con la quale sono nati e quella del luogo e delle persone in mezzo a cui sono nati.

L'immagine di un intero destino sta tutta stipata in una minuscola ghianda, seme di una enorme quercia su esili spalle.E la sua voce che chiama è forte ed insistente e altrettanto imperiosa delle voci repressive dell'ambiente. La vocazione si esprime nei capricci e nelle ostinazioni, nelle timidiezze e nelle ritrosie che sembrano volgere il bambino contro il nostro mondo, mentre servono forse a proteggere il mondo che egli porta con sè e dal quale proviene.

La teoria della ghianda si propone come una psicologia dell'infanzia. Ogni bambino , è un bambino dotato, traboccante di dati (spesso clinici): ovvero di DOTI, che sono tipiche sue e che si manifestano in modo tipico, sovente causa di disadattamento e di sofferenza."

Ecco che nel loro comportamento,  nelle loro immaginazioni, nella loro creatività, nei loro comportamenti definiti patologici , risiedono indicazioni del loro daimon e di ciò che potrebbe volere il loro daimon affinchè si realizzi la propria vita futura. Questo dunque è un forte invito a riflettere sul ruolo della comunità educante quando prende decisioni fortemente contrastanti rispetto al possibile sviluppo del potenziale del bambino.

Oggi noi tutti, genitori, educatori, amici, negozianti, nonni ed ogni individuo che si relazioni con un bambino, siamo chiamati ad uno sforzo per evitare loro di subire l'oppressione di un sistema che li sta definendo pericolosi per gli altri individui.

Mai come oggi occorre mostrare altre strade utili alla realizzazione della propria individualità, occorre cercare vie di fuga o sentieri nuovi anche all'interno degli istituti scolastici per permettere loro di esprimere le proprie potenzialità affinchè la ghianda diventi una possente quercia.

E qui rubo una potente immagine utilizzata da Andre Stern: evitiamo loro di rimanere dei semplici bonsai, come lo siamo noi adulti, piccola immagine di un potenziale sacrificato a causa di una comunità educante che sta loro imponendo limiti sempre più disumani

Dedicato alle future querce!!!!