mercoledì 11 marzo 2020

Camminare per non stare nella paura.

In un periodo storico di alienazione e limitazioni sociali che per l'Italia non ha precedenti se si fa riferimento al dopoguerra, ho creduto fosse utile per tutte le persone ancora non paralizzate emotivamente dal Coronavirus parlare della pratica del CAMMINARE.
Come in molti post, anche in questo suggerisco la lettura di un libro intriso di saggezza...

Camminare, un gesto sovversivo     di Erling Kagge.

Mi chiedo come la gente proprio ora che si parla di emergenza sanitaria, prenda in considerazione esclusivamente il fatto di rinchiudersi in casa, magari senza cambiare aria, perchè il nemico è nell'aria che aleggia munito del messaggio subliminale..."Io sono la morte, sono arrivata, tu hai trascurato la tua vita, hai trascurato il tuo corpo, hai annientato il tuo spirito e la tua anima, preoccupandoti solo di TE e quasi mai dell'ambiente che ti circonda...Caro essere umano tu non ti ascolti da lungo tempo, tu abusi delle tue energie, schiacci la tua coscienza e con la paura io mi rafforzo divento mostruosamente pericoloso...""
Ma qui non si tratta di non seguire le raccomandazioni base collegate all'aggregazione sociale, luoghi pubblici etc... Anche un parco affollato.
Mai io mi chiedo: chi vive in paesi di campagna, spesso neppure in zona rossa (pensiamo alle vaste campagne della Pianura Padana o alle zone collinose e montane, pensiamo alla  diversità territoriale dell'Italia)?
Queste persone, possibile che non riescano con un po' di ragionevolezza a comprendere che una camminata li aiuterebbe molto più di un antidepressivo a limitare quelle crisi di panico sociale che stanno prendendo il sopravvento??
Una camminata in campagna soli li aiuterebbe intanto ad assimilare la vitamina D grazie al sole e a calmare quella tensione fisica e mentale che li sta immobilizzando!!
Molti negli ultimi giorni stanno dicendo che aleggia un silenzio colmo di paura, tra la gente, e se alcuni, che hanno una visione un po' diversa, magari lungimirante in una società meno terrorizzata,
osano rassicurare e sdrammatizzare, vengono presi per pazzi non in grado di vedere la terribile malattia che dall'aria circostante sta invadendo lo stivale procedendo da Nord a Sud, come le terribili Invasioni Barbariche!!!
Io nutro sempre una speranza per l'essere umano, so che molti stanno evolvendosi e stanno capendo che preoccupandosi e occupandosi sempre di sè, della propria salute e dell'ambiente, arrivano ad avere una  migliore qualità della vita, ma sono anche sincera:  in questi momenti io colgo solo e sento solo nell'inconscio collettivo della nostra popolazione una paura della malattia che pietrifica il corpo.

Senza un corpo sciolto e mobile non vi è libertà, senza un corpo rilassato non vi è serenità, senza un corpo in ascolto con l'ambiente circostante non vi è ampia percezione mentale.

E proprio queste riflessioni prendono forma in alcuni capitoli del libro che ho citato, eccone una sui
PIEDI
"I piedi sono in comunicazione con gli occhi, le orecchie, il naso, le braccia, il busto e le sensazioni, in un dialogo spesso troppo rapido affinchè la mente riesca ad afferrarlo.
I piedi ci portano avanti con precisione. Percepiscono il suolo e tutto ciò con cui la zona plantare viene a contatto.
Registrano impressioni e poi fanno un passo in avanti o di lato.
I piedi sono strutture meccaniche forti e complesse con 26 ossa, 33 articolazioni e oltre 100 tendini, muscoli e legamenti, tengono il corpo eretto e in equilibrio"

Ma proprio i piedi che hanno perso nella società contemporanea il contatto con la loro forza, con la loro capacità di percorrere sentieri scoscesi abitualmente, hanno perso anche il contatto con la nostra mente.
Spesso molta gente ha un corpo che porta in giro un'enorme testa colma di pensieri, fissazioni , o semplicemente informazioni, ma questa stessa testa non sente i messaggi che i piedi e tutto il corpo le inviano.
Ecco che oggi le menti risultano colme di pensieri ossessivi collegati al Coronavirus, ma questi pensieri volenti o nolenti sono sempre in comunicazione con il proprio corpo, e mandano messaggi al proprio corpo, certo non  messaggi di rilassamento ma di tensione.
Credo che una simile e semplice riflessione sia accessibile a tutti noi.
Ma di risposta il nostro corpo che sta nella verità più della mente, sicuramente chiede pace, chiede rilassamento, chiede di lasciare andare il piede, di rilassare le spalle , di scaricare la schiena e di muovere il collo per esempio...Per non parlare del bacino, il nostro corpo chiede di liberare tutte le articolazioni, anche ginocchia, anche, bacino.
Sempre in ogni momento della nostra vita il corpo vuole libertà, non sopporta gabbie e sovrastrutture e occorre liberarlo rimettendolo in contatto con la psiche.

CORPO E PSICHE DEVONO RITROVARSI DOPO TANTO DISTACCO PER PERMETTERCI DI EVOLVERE CON CONSAPEVOLEZZA.

La consapevolezza potendosi così esprimere ci permette di relegare la PAURA e di esprimere l'AMORE!!!


Ecco che la CAMMINATA assume un ruolo fondamentale, ci rimette in contatto con il nostro corpo, ci fa abbandonare pensieri ossessivi e in questo modo con lucidità e maggiore distacco la vera percezione della realtà si fa più viva.
Ma una cosa fondamentale nel camminare è mantenere quell'ascolto verso il corpo, verso i piedi, e verso i messaggi che ci manda.
Ciò significa spostare l'attenzione dall'alto, dalla mente onnipresente come se fosse divina, verso il corpo.
Perchè non è la mente e la ragione ad essere divina ma la divinità è presente nell'UNITA', nel TUTTO.
NON VI DEVE ESSERE SEPARAZIONE MA SEMPRE UNITA' PER RISVEGLIARE LA NOSTRA COSCIENZA.
Camminare risveglia la coscienza e porta all'unità tra mente e corpo, impedendo alla mente e alle sue ossessioni di prendere il sopravvento e di schiacciare la nostra vera capacità di sentire.

E concludo con riflessioni prese dal filosofo Maurice Merleau-Ponty riguardanti il pensiero ed il corpo.
Ovviamente solo chi cammina molto vi si può riconoscere.
"L'uomo pensa con tutto se stesso. Sia con la testa, sia con il corpo.
Noi consociamo , custodiamo, i ricordi e riflettiamo con le dita dei piedi, i piedi, le gambe, le braccia, la pancia, il petto e le spalle."
Perciò è impensabile pensare che un pensiero colmo di paura non possa immobilizzarci, bloccare i nostri muscoli e se mantenuto non possa per es. bloccare la funzionalità dei nostri organi.
Del resto la medicina tradizionale cinese, MTC, con i suoi meridiani che scorrono lungo il nostro corpo ci parla di connessione tra esterno ed interno, tra linee energetiche esterne e organi interni, tra alto e basso ovvero tra testa e piedi percorrendo tutto il corpo.
Siamo continuamente in connessione, ma se questa connessione non la sentiamo, se questa connessione la trascuriamo pensando solo al lavoro, magari ossessionati da un pensiero, come in questi giorni il pensiero della malattia, se non la alimentiamo con il contatto con la natura attraverso una camminata consapevole, allora l'emozione dominante prenderà il sopravvento e alla lunga indebolirà l'organo corrispondente.
Nella MTC la PAURA è connessa ai RENI.
Camminiamo, connettiamoci ed evitiamo di indebolire la nostra vitalità organica che mai come ora ha bisogno di sostegno e ascolto!!!!










mercoledì 4 marzo 2020

La normalità secondo Huxley

In questi giorni di riflessione sociale per alcuni, alienazione per altri, panico per altri ancora collegati all'evento mediatico del Coronavirus, molti suggeriscono di leggere Cecità di Saramago.
Il primo libro che nell'immediato mi ha ricordato la caserma militare in cui sono stati messi in quarantena i primi italiani rientrati è stato proprio Cecità.
Ma la realtà supera la fantasia di Saramago poichè addirittura gli italiani in quarantena isolati vengono intervistati e l'informazione fa apparire il tutto come una situazione normale, una situazione necessaria in una società civile, dove tutti devono accettare l'isolamento nel caso di infezione....tutti siamo potenziali untori con o senza sintomo.
Una follia mediatica non una normalità.
In questi casi mi piace ritrovare definizioni filosofiche o letterarie di alcuni termini o di alcuni periodi sociali.
Ho preso in mano il libro di Aldous Huxley "Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo" e proprio nella seconda parte in cui analizza e scansiona la società anormale del suo libro, Huxley descrive la società occidentale partendo da un'analisi del filosofo e psichiatra Erich Fromm.
Così ho pensato di condividere di seguito queste pagine.

Erich Fromm risponde così alla domanda in cui si chiede in che modo i progressi tecnologici degli ultimi anni abbiano agito sull'individuo:
"La nostra società occidentale contemporanea, nonostante il progresso materiale, intellettuale e politico, è sempre meno capace di condurre alla sanità mentale, e tende a minare invece la sicurezza interiore, la felicità, la ragione, la capacità d'amore nell'individuo; tende a trasformarlo in un automa che paga il suo successo di uomo con una sempre più grave infermità mentale, con la disperazione che si cela sotto la frenetica corsa al lavoro e al cosiddetto piacere."
Questa grave infermità mentale può esprimersi in sintomi nevrotici, palesi,  quanto mai desolanti.
ma Fromm prosegue dicendo: "Attenti a non ridurre l'igiene mentale alla semplice prevenzione dei sintomi.
I sintomi, in quanto tali, sono per noi non nemici, ma amici, dov'è un sintomo, là vi è conflitto, e conflitto significa sempre che forze vitali lottano ancora per l'integrazione e per la felicità."
Di seguito Huxley analizza gli individui normali....
Le vittime veramente disperate dell'infermità mentale si trovano proprio tra gli individui che paiono normalissimi. Molti di essi sono normali solo perchè si sono adattati al nostro modo d'esistenza, perchè la loro voce di uomini è stata messa al silenzio in età così giovane che essi nemmeno lottano, nè soffrono, nè hanno i sintomi del nevrotico. Non sono normali, diciamo così, nel senso assoluto della parola, sono normali solamente in rapporto ad una società profondamente anormale.
Il loro perfetto adattamento a quella società anormale è la misura della loro infermità mentale.
Questi milioni di individui abnormemente normali, che vivono senza difficoltà in una societò a cui, se fossero pienamente uomini, non dovrebbero adattarsi, ancora carezzano " l'illusione della INDIVIDUALITA'" ma di fatto sono stati in larga misura disindividualizzati.

IL LORO CONFORMISMO DA' LUOGO A QUALCOSA CHE SOMIGLIA ALL'UNIFORMITA'.
MA UNIFORMITA' E LIBERTA' SONO INCOMPATIBILI.
UNIFORMITA' E SALUTE MENTALE SONO ANCH'ESSE INCOMPATIBILI....

L'uomo non è fatto per essere automa, e se lo diventa, va distrutta la base della sanità mentale.
Nel corso dell'evoluzione la natura si è adoperata in ogni modo perchè ciascun individuo fosse diverso da tutti gli altri.
Qualsiasi cultura che, nell'interesse dell'efficienza o in nome di un dogma religioso o politico,  cerca di standardizzare l'individuo umano, commette un'offesa contro la natura biologica dell'uomo.

La scienza può definirsi riduzione dalla molteplicità all'unità.
Essa cerca di spiegare l'infinita diversità dei fenomeni naturali ignorando l'unicità dei singoli fatti, mettendo a fuoco quel che essi hanno in comune e infine astraendo una legge per la quale i fatti prendano senso e sia quindi possibile affrontarli.
Con lo stesso spirito l'artista, prende le innumerevoli diversità e unicità del mondo esterno e la propria fantasia, e dà a tutto un significato entro un sistema ordinato di moduli plastici, letterari o musicali.
Il desiderio di porre ordine al caos,, di trarre armonia dalla dissonanza, unità dalla molteplicità...E' una sorta di ISTINTO INTELLETTUALE....
L'opera di questa Volontà d'Ordine è quasi sempre benefica nel campo della scienza, dell'arte e della filosofia.
Ma nella sfera sociale, nel dominio della politica e dell'economia, la Volontà d'Ordine diventa veramente pericolosa.
Qui la riduzione teoretica della molteplicità ingestibile a unità comprensibile si muta nella vita pratica in riduzione della diversità umana a uniformità subumana della libertà e servitù.
La volontà d'ordine può trasformare in tiranno chi voleva solamente spazzare via la confusione.
La bellezza dell'ordine serve come giustificazione al dispotismo.
L'organizzazione è indispensabile, perchè la libertà sorge e acquista senso solo entro una comunità che sappia regolarsi da sè, composta da individui liberi e cooperanti.
ma l'organizzazione, seppur indispensabile, può anche essere letale-
L'eccessiva organizzazione trasforma gli uomini in AUTOMI, SOFFOCA LO SPIRITO CREATIVO, TOGLIE OGNI POSSIBILITA' DI LIBERAZIONE.
Come sempre la via di mezzo è la più sicura, tra il lasciar fare da una parte e il controllo totale dall'altra.

Tratto da
Aldous Huxley - Ritorno al mondo nuovo.

Credo che come individui e genitori noi dobbiamo ai nostri figli la possibilità di sperimentare la libertà e la creatività in un momento storico in cui viene chiesto alla società di soffocare ogni possibilità di esprimersi come individui, dalla scuola, al lavoro, passando per la rinuncia delle proprie passioni in nome di un falso benessere economico e sociale.
Credo che in questo momento storico la paura sia ormai una psicosi collettiva e che occorra fare uno sforzo per risvegliare le coscienze in un presente che vede gli individui come pedine di un gioco economico in mano alle lobby.
Serve uno sforzo collettivo.... oggi più che mai!!!!!

Ah dimenticavo queste profonde analisi sono state fatte nella prima metà del secolo scorso...
E allora muoversi.......muoversi!!!!