giovedì 7 aprile 2022

Psoas, apertura e radicamento

Spesso nelle pratiche parlo di bacino, postura e Psoas. So che, per le persone, non è mai facile identificare un muscolo e soprattutto questo nome particolare incuriosisce!!         Ma dove si trova esattamente?? Una delle domande più o meno esplicite che mi viene posta è proprio questa. Non intendo certo annoiare con collocazioni tecniche dello psoas ma diciamo che, per percepirlo, occorre immaginarlo posizionato in profondità, all'interno dell'articolazione dell'anca e collegato al tratto inferiore della colonna vertebrale. Quindi interessa pienamente tutta la mobilità tra bacino e colonna con la tipica antero o retroversione del bacino. E' un muscolo ubicato vicino al centro di gravità del nostro corpo, regola l'equilibrio.

Quindi, prima di analizzare il suo ruolo di equilibrista, invito a porvi una domanda: 

Quante persone osservo in giro curve, instabili con ginocchia o altre articolazioni non allineate???    Se ci pensate e se osservate, nei prossimi giorni, vi accorgerete di quanta rigidità e tensione vi è in giro. Tutto ciò è legato ad un atteggiamento emotivo ma anche spesso ad un ruolo lavorativo, chi viaggia in macchina per lavoro, chi siede ore alla scrivania, chi non pratica movimento per pigrizia e non per mancanza di tempo. Quasi tutti abbiamo posture scorrette, anche chi pratica posturale con regolarità, se si allontana dalla pratica e rientra nella routine del movimento ritorna alle antiche forme e ai vecchi disequilibri posturali. L'obiettivo delle pratiche posturali è principalmente CENTRARE IL BACINO coinvolgendo i muscoli che ne determinano il movimento e mantenere il più possibile una CURVATURA NEUTRA, naturale della colonna vertebrale, consentendo in questo modo allo psoas di svolgere i suoi compiti senza affaticarsi e irrigidirsi.

Chi si accorge di faticare in salita o discesa, caricando ginocchia o altre articolazioni, quasi sempre non ha uno psoas in equilibrio. E' un muscolo scheletrico che aziona 2 articolazioni contemporaneamente ovvero anca e colonna vertebrale. Inoltre insieme al bacino, la cui parola riporta ad un contenitore che contiene gli organi interni, e al pavimento pelvico, funge da sostegno agli organi. Per via della sua posizione, l'aorta (la più grande arteria del corpo), segue un percorso simile a quello dello psoas, perciò anche la circolazione sanguigna è correlata a questo muscolo che potrebbe inibirla nel caso di eccessiva rigidità. Inoltre lo psoas e il diaframma (il più importante muscolo respiratorio) si uniscono in un punto noto come PLESSO SOLARE, un'area ubicata all'altezza dell'ombelico, sede di una fitta rete nervosa, associato all'antico sistema dei chakra. Quindi come può lo psoas non essere collegato al benessere spirituale e all'intento della persona vista la sua ubicazione???

Quando non è contratto, lo psoas funge da  abilitatore nel trasmettere le energie e farle fluire dall'alto verso il basso e viceversa. 


Spesso nei massaggi shiatsu si trovano persone con energie dissociate nelle due zone, come se il corpo al di sopra dell'ombelico appartenesse ad una persona e quello sotto all'ombelico ad un'altra. Due realtà scollegate in cui si percepisce che l'energia non fluisce, in alcuni domina la parte alta mentale, in altri è possibile trovare un radicamento con eccessiva tensione al suolo. E' sempre magico vedere come il nostro comportamento e atteggiamento sociale influisca nel movimento corporeo, alcuni hanno i piedi e il movimento delle gambe così rigidi da non riuscire a trovare il contatto con la terra, l'energia non gli arriva in modo fluido dall'alto. L'energia è bloccata serve farla fluire con movimenti specifici, sblocchi emotivi improvvisi , consapevolezze e tanta volontà!!!! L'INTENTO innesca in noi cambiamenti evolutivi e spesso, grazie al nostro corpo che si muove finalmente con intento, riusciamo a prendere decisioni e comprendiamo dei nostri  atteggiamenti comportamentali. La cultura occidentale fatica a comprendere come lavorando sul corpo si possa giungere ad equilibri emotivi. Mi spiego meglio...Siamo ormai abbastanza consapevoli del fatto che un nostro problema fisico, anche di salute, possa essere dovuto ad uno stress emotivo ma non prendiamo quasi mai in considerazione che agendo sul nostro corpo possiamo regolare la nostra salute mentale e non solo fisica. Certo si parla ormai spesso di yoga per trovare equilibrio, ma questo basta ad indurre cambiamenti nella nostra vita?? Io non credo che molti cerchino il cambiamento attraverso pratiche corporee poichè per farlo occorre molta AUTODISCIPLINA credendo che l'attività corporea sia un motore evolutivo. Occorre essere regolari e desiderare sempre un miglioramento, sfatando l'ideologia sociale che porta a credere che una persona anziana divenga rigida fisicamente e sia destinata ad essere assistita. Ne esistono sempre meno poichè la saggezza non fa rima con vecchiaia nel mondo occidentale, ma credo che ognuno di noi conosca almeno un anziano novantenne con una buona mobilità, ancora in grado di lavorare. Pensate se queste persone avessero svolto regolare attività fisica mirata all'equilibrio con regolarità?? 

Torniamo allo psoas, è possibile vedere come attraverso gli esercizi di yoga e posturale siamo in grado di sbloccare non solo il terzo chakra del plesso solare ma anche i chakra posizionati sopra e sotto il centro. Per esempio se pratichiamo esercizi specifici, possiamo immaginare la possibilità di attivare questo sistema energetico per una finalità terapeutica, stabilendo un salutare senso di RADICAMENTO , eliminando i rifiuti e prendendosi cura del proprio corpo in modo amorevole e naturale!!! Agendo poi con specifiche posture adattate ad uno specifico chakra possiamo sbloccare il corpo attivando in profndità la sinergia tra movimento e respiro che vede nel plesso solare l'unione tra psoas e diaframma. Quindi il corpo attraverso 2 muscoli fondamentali sblocca il centro mettendo in sinergia la respirazione diaframmatica al movimento dello psoas. 

Concludo con un consiglio pratico, muoversi anche camminando, con una camminata in mezzo alla natura, nella campagna, in un bosco, al mare ma non nel caos sempre in luoghi meditativi . Mentre si cammina porsi delle domande collegandosi al respiro. Come è il mio ritmo ? Il mio passo, il mio respiro?? Come sento i miei piedi nel collegamento con la terra? Come si muove il mio bacino? In quale parte del corpo sento tensione mentre cammino? Iniziare a stare in ascolto durante la camminata è già un modo per iniziare a sentire cosa avviene nel profondo attraverso l'attività corporea. 

 

Questo potrebbe rappresentare un inizio di cambiamento con il minimo sforzo possibile poi quando l'autodisciplina affiorerà e darà segnali di vita, ci si potrà porre la domanda:

MA IO SENTO IL MIO PSOAS?

E FINALMENTE LO POTRÒ CERCARE NEL MIO BACINO. 


BUONA PRATICA !!!!!!

domenica 11 aprile 2021

Microrivoluzioni

 Stiamo assistendo ad una rapida ascesa del totalitarismo neoliberista. Questo si mostra in ogni contesto sociale, in ogni ambito, giustificato dall'emergenza sanitaria. Serve ancorarsi a terra e al passato ricordando la storia e come dicevo nello scritto precedente "Leggere e scrivere - 2 azioni sovversive" occorre farsi aiutare dagli scritti esistenti che spesso prendono spunto da filosofi del passato.

Nuovamente riparto da uno scritto di Onfray tratto dal libro "La potenza di esistere" pubblicato nel 2009 ma estremamente attuale per riportare la coscienza in collegamento con la nostra storia, per ricordare a tutti chi siamo e soprattutto che siamo principalmente una massa di schiavi a cui il potere neoliberista economico vuole togliere quei pochi fasulli diritti conquistati e rimasti.

Lo diciamo ormai in tanti, occorre un risveglio scritto in grande, UN GRANDE RISVEGLIO  delle coscienze. Ovunque stanno creando strettoie, aumentano regole, mietono terrore, tutto senza alcuna obiezione definendo qualsiasi opposizione scientifica una Pseudoscienza. Solo questo termine dovrebbe fare insorgere chiunque conosca la scienza come una conoscenza in divenire, colma di nuove scoperte, colma di errori e di limiti ma purtroppo ormai divenuta dogmatica.

Niente di nuovo, lo stanno gridando e urlando in tanti, tutte le persone che chiedono il diritto di esprimere un dubbio: un dubbio su pratiche sperimentali vaccinali, un dubbio sulle cure, vista la maggior mortalità da Covid rispetto agli altri paesi europei, un dubbio sul numero dei positivi quando ormai tutti sappiamo che i positivi vengono ricontati ogni volta che sono sottoposti a tampone, un dubbio sulla validità dei tamponi stessi, un dubbio sulla buona fede delle multinazionali farmaceutiche, un dubbio sulla capacità dei politici di gestire le emergenze, un dubbio sulla mancata consapevolezza sociale riguardo all'inviolabilità del corpo. Ma dopo 1 anno di emergenza questi dubbi sono ormai certezze.

Prima di tutto dobbiamo capire chi siamo, ma credo che molti ormai si sentano schiavi e già questo è un passaggio e inoltre occorre  rispondere alla domanda:

Che fare??????

E qui rispondo riportando le parole di Michel Onfray.

"Il potere non esiste che con il CONSENSO di coloro sui quali si esercita.

 Se questo consenso manca? Il potere si indebolisce se perde presa.

Perchè il colosso dai piedi di argilla - immagine tratta dal  Discorso della Servitù volontaria di Michel de Montaigne - si regge solo sul consenso del popolo sfruttato. Dal sedicesimo secolo niente è cambiato . La brutalità del liberalismo non esiste che per l'acquiescenza di coloro che lo subiscono. Se arrivassero a rifiutare la loro collaborazione, questa fortezza diverrebbe un sacco di pietre secche.

La violenza liberale non è platonica, non cade dal cielo e non proviene da idee pure. Essa sale dal suolo, sorge dalla terra, si incarna in luoghi e persone, in circostanze e in occasioni; si mostra; è visibile, dunque fragile e delicata, accessibile, esposta, perciò la si può combattere, impedire, vietare.

La natura stessa dei MICROFASCISMI  presenti in ogni ambito sociale (sanitario, scolastico, lavorativo per fare qualche attuale esempio) obbliga  a MICRORESISTENZE. Alle molteplici occasioni di forze negative opponiamo forze reattive e fermiamo l'energia dell'energia oscura.

Il liberalismo non è un'essenza platonica ma una realtà tangibile, incarnata. Non si lotta con concetti come con situazioni concrete. Sul terreno immanente, l'azione rivoluzionaria si definisce tramite il rifiuto di trasformarsi in cinghia di trasmissione della negatività. 

QUI E ORA, e non domani o per un avvenire radioso, più tardi - PERCHE' DOMANI NON E' MAI OGGI.  La rivoluzione non aspetta il beneplacito della Storia maiuscola; essa si incarna in situazioni diverse sui luoghi in cui la si attiva: in famiglia, nella fabbrica, nell'ufficio, a scuola, in coppia, a casa, sotto il tetto familiare, dappertutto......

Non ci sono pretesti per rimandare all'indomani ciò che alla fine non si fa mai:

il luogo, il tempo, la circostanza e l'occasione rivoluzionaria?

L'ISTANTE.

Contrastando la fine di ogni possibile rivoluzione insurrezionale, Deleuze faceva appello al divenire rivoluzionario degli individui. L'invito conserva tutta la sua efficacia e tutta la sua potenzialità. Certo, questo rifiuto guadagna a non essere solitario: perchè la potenza e il dominio liberali dispongono dei mezzi per riportare alla ragione il ribelle isolato, presto schiacciato, polverizzato e sostituito. Ogni azione frammentaria lascia spazio alla sua repressione immediata. Salvo vocazione al martirio - inutile e controproduttivo - l'eroismo senza concentrazione dispensa un'energia preziosa in pura perdita.

Una resistenza permanente, sì;  una costruzione della propria esistenza, per evitare che essa costituisca un ingranaggio del funzionamento della macchina nefasta, è ancora meglio, ma nella realtà ci si deve concentrare, bisogna associare le forze, aumentare le possibilità di far trionfare la propria idea: RALLENTARE, FRENARE, BLOCCARE, STOPPARE, RENDERE LA MACCHINA NEOLIBERISTA INEFFICACE E INUTILIZZABILE.

DALL'INERZIA AL SABOTAGGIO.

 

Occorre fabbricare piccoli dispositivi temibili come un granello di sabbia nell'ingranaggio di una macchina perfezionata, creando occasioni individuali o comunitarie di imperturbabilità reale e di serenità effettive. "

Questo il potente percorso definito da Onfray: la costruzione di comunità liberate che si autodeterminano a partire da una educazione libertaria, dalla cura di sè e del proprio corpo affinchè un virus non trovi terreno malato e fertile, dalla passione per un lavoro che non renda schiavi, da un nuovo rapporto e da una nuova unione con la terra e con l'ambiente attraverso l'autoproduzione di cibo.

Per divenire esseri umani finalmente liberi e uniti.

   


lunedì 18 gennaio 2021

Leggere e sognare: due azioni sovversive

 Poche parole intendo dire.

Conseguenza di tutto questo sparlare, giudicare, attaccare chiunque abbia una visione diversamente critica riguardo all'argomento cardine di questi anni 2020/2021: il SarsCov2.

Proprio disincantata ma non stupita da questa arroganza del pensiero unico, ho deciso di lasciare la parola solo ai libri che in modo lucido e crudo analizzano il nostro presente e lo inquadrano attraverso una dura critica politica e sociale.

Sogno un mondo in cui il confronto ed un profondo ascolto prendano il sopravvento e permettano finalmente di assopire l'arroganza del  pensiero dominante che sta ipnotizzando i popoli.

E dalla filosofia ho preso  spunto per condividere una visione critica del nostro corpo sociale. Le parole che seguono sono tratte dal libro "La politica del ribelle"  di Michel Onfray.

Prima occorre capire cosa sia per Onfray il LEVIATANO:

"Il Leviatano è un mostro del caos primitivo, una sorta di serpente capace di ingoiare il sole in un sol boccone. Il Leviatano abbandona il mare, per imporre il terrore presso la maggior parte degli uomini che, oggi, vivono sotto il suo regime e il suo potere, nel suo timore e secondo i suoi capricci. Questo bestiario fantastico delinea l'onnipotenza del corpo politico, del corpo sociale e dei meccanismi atti a sottomettere l'individuo al registro del comunitario, presentato come la virtù suprema. Queste bestie affamate distruggono ogni soggettività  al loro passaggio. L' uomo rappresenta una preda di qualità per il predatore, mostro fantastico che distrugge i più deboli di lui. Questo meccanismo isterico ha prodotto sulla terra un inferno contemporaneo.

Il Leviatano in virtù della religione economica, che è il mezzo del suo potere discrezionale, ingaggia, poi caccia, sollecita e poi congeda, offre un lavoro e poi licenzia, ma sempre sfrutta secondo il suo volere, i suoi capricci e i suoi desideri."

Analizzando la macchina sociale  Onfray definisce varie categorie del corpo sociale e proprio in questo caotico inferno di sfruttati delinea il ruolo degli ADOLESCENTI, di cui riporto di seguito la sua analisi collegata al loro rapporto con il mondo scolastico. Tanto attuale questa analisi se si considera gli ulteriori diritti a cui devono rinunciare in questo periodo storico che li vede sacrificarsi ulteriormente, in nome di una emergenza socio-sanitaria.

Onfray scrive:

 "Gli adolescenti delle scuole medie e superiori vengono considerati come eterni minori dai quali ci si aspetta il comportamento, l'eleganza e la docilità degli adulti benchè vengano nutriti nelle istituzioni come cittadini di seconda categoria.

Sottoposti al corso di addestramento che li vede destinati ad essere le rotelle della macchina sociale, contenti del loro destino, inclusi se sono docili, ricompensati se sono servili, esclusi se sono ribelli, puniti se insorgono e non stanno al gioco, gli studenti subiscono il trattamento di condannati dal corpo improduttivo. Dispensati dal corpo, dalla carne, dai sentimenti, dalle emozioni, dagli affetti, dai pensieri propri, dai problemi personali, dalla sensibilità, dalla soggettività, sono invitati ai banchetti dove si insegna loro a scimmiottare gli adulti, a diventare schiavi secondo le regole-

Non posso fare a meno di pensare alle pagine che Aristotele dedica a quella che chiama "la scienza degli schiavi" nel capitolo in cui tratta di quei sottouomini che sono gli individui asserviti. Questa scienza insegna agli schiavi la natura dei loro doveri.

I Diritti??? Suvvia e per fare che ???

Ogni istituzione scolastica anche camuffata dagli orpelli delle scienze dell'educazione e di non so quale pratica pedagogica illuminata ha come sola e unica funzione quella che viene pudicamente chiamata SOCIALIZZAZIONE per evitare di dare un altro nome all'ARTE DI FAR CURVARE LA SCHIENA, di sottomettere, di obbedire, se non di mentire e di praticare l'ipocrisia.

Infatti il Leviatano e le istituzioni accettano come verità soltanto quelle che servono ai loro fini, ovvero a produrre menzogne sociali."

Questa analisi che mostra l'adolescente sotto una nuova luce più obiettiva e reale, soprattutto se correlata al passaggio storico intriso di violazioni di libertà fondamentali,mi porta ad invocare, anzi, direi quasi a pregare i genitori affinchè lascino  i giovani figli finalmente liberi di SOGNARE, i propri sogni, non i sogni proiettati su di loro.

Sempre esaminando i componenti del corpo sociale Onfray si sofferma dettagliamente ad analizzare con lucidità i corpi improduttivi dei malati o di chi semplicemente vede indebolirsi la salute fisica perdendo la sua integrazione nel gioco sociale contemporaneo. Pensando al periodo sociale legato al covid 19 si può contestualizzare  la definizione del corpo improduttivo e la sua gestione all'interno del  sistema sanitario:

"Il corpo improduttivo non può essere, propriamente parlando, un corpo, perchè si pretende che sia in dettaglio uno schema simile in tutto e per tutto al corpo sociale. 

Il corpo politico, divenuto autonomo, ricalcato sul corpo degli individui, ha preteso e ottenuto che la loro stessa carne sulle virtù del corpo sociale: salute, vigore, efficacia, produttività, rendimento, prestazione. Tutto ciò che non illustra l'eccellenza e la pertinenza del modello provoca il rigetto sociale.

Il malato rappresenta la prova lampante che anche un organismo sociale può essere affetto da varie patologie, cosa che è intollerabile. Il corpo momentaneamente o definitivamente improduttivo, che sia affetto da una malattia con soluzione, guarigione, remissione, o da una patologia incurabile, definitiva e irrimediabile, viene spinta dalla parte dei dannati rimandati o categorici.

Da una parte, i corpi colpiti da mali benigni, occasionali, operabili e suscettibili di un reinserimento del gioco sociale dopo la messa in conformazione e conformità; dall'altra quelli affetti da una malattia che li ha logorati come per esempio cancro e paralisi. Per questi malati temporanei o cronici, il Leviatano ha in serbo l'Ospedale come luogo chiuso, come spazio di segregazione governato da leggi indifferenti a quelle che valgono fuori. Dietro i muri e dentro non c'è alcuna comunicazione: sotto la lampada del tavolo operatorio, sotto i neon delle stanze di rianimazione o di convalescenza, il modello feudale governa in funzione del potere di Diritto Divino di cui dispone lo scienziato, radice del despotismo illuminato, grazie al suo sapere e al suo potere magico di frugare nei corpi e rimetterli in sesto. Lui solo decide del divenire di un corpo: o definitivamente improduttivo o riciclabile nei termini da lui fissati. I malati verranno accuratamente messi da parte, e si aggirerà l'argomento e vivranno nell'emarginazione in attesa della morte che finisce l'improduttività più innegabile e meno contestabile.

Infine questi corpi possono essere improduttivi non perchè la fisiologia sbanda, esce di strada e si schianta, ma perchè la Volontà, il Libero Arbitrio, il Potere Decisionale,non sarà stato utilizzato come il Leviatano si aspetta. Non è la carne che si indebolisce, ma la facoltà decisionale."

Da qui occorre partire dalla lettura di testi filosofici e di classici e dall'arte di sognare, diventando degli apprendisti sognatori affinchè si possa immaginare e realizzare un mondo che ritorni ad avere un'identità profondamente umana.



lunedì 21 settembre 2020

LA GHIANDA E LA QUERCIA

 Da tempo volevo riportare la forza della teoria della ghianda così come descritta dallo psicologo James Hillmann. Ho lasciato trascorrere qualche mese, ho osservato la società, soprattutto genitoriale, buttata in pasto alle scelte incoerenti, altalenanti, ossessive messe in atto nell'istruzione scolastica italiana.

Ho ascoltato genitori increduli, arrabbiati, tesi, indecisi o decisi, li ho visti prendere decisioni più o meno forti nei confronti della scuola e i bambini li ho visti accettare questo delirio sociale e politico.

Proprio l'altro giorno passando davanti ad una scuola elementare ho potuto vedere un parco con alberi alti racchiusi tra percorsi confusi delimitati dal classico nastro a righe rosse e bianche. Poteva sembrare un|'intenzione di limitare zone con lavori in corso ma purtroppo erano le zone per mettere i bambini in batteria per giocare all'aperto.

Ecco la scuola risponde ad una necessità di educazione, anzi ad un obbligo educativo con una organizzazione aziendale improvvisata per mettere in sicurezza la propria comunità educante esattamente come farebbe una azienda che produce polli da allevamento.

Nell'emergenza li separa, ognuno in una propria gabbia virtuale di 1 metro , eventualmente li cura nei modi che ritiene più idonei al contagio in atto , previene con mascherine il contatto anche verbale e nell'ora dedicata li libera nel cortile, come i polli allevati a terra con mascherine e vietando alcun contatto fisico.

Proprio come si fa anche nell'agricoltura industriale, tra i filari di frutteto, si prendono esclusivamente decisioni di cura o prevenzione imposte da un tecnico. E chi come noi si occupa di agricoltura biologica e chi come me ha amato l'ecologia nel percorso di studi, non può solo osservare ed accettare poichè sa che un altro modo ed un altro mondo è possibile.

Qui si parla di esseri umani, di comunità e di vita dei bambini e non dimentichiamo che con il presente si delinea il futuro.

Per questo credo sia fondamentale parlare con intento della Teoria della Ghianda per infondere coraggio e fducia necessari per fare scelte educative parallele che possano mettere fine ad un abuso di controllo nei confronti di bambini e ragazzi.

Riporto così come le ho trovate nel libro di Hillmann le sue parole, affinchè venga descritto il valore ecologico di una ghianda curata, affinchè possa diventare una potente quercia che cresce spontanea e non cresce in un bosco antropizzato su filari delineati senza sufficiente spazio per dare vita alla propria forza espressiva.


"La TEORIA DELLA GHIANDA dice che io e voi e chiunque altro siamo venuti al mondo con un'immagine che ci definisce. Nel linguaggio di Platone, ciascuno di noi incarna l'idea di se stesso.

E questa forma, questa idea, questa immagine non tollerano eccessive divagazioni.

La teoria inoltre , attribuisce all'immagine innata un'intenzionalità angelica o daimonica come se fosse una Scintilla di Coscienza; non solo, afferma che l'immagine ha a cuore il nostro interesse perchè ci ha scelti per il proprio.

L'idea che il daimon abbia a cuore il nostro interesse è probabilmente l'aspetto della teoria più difficile da accettare......Perchè è così diffcile immaginare che qualcuno o qualcosa tenga a me , si interessi a quello che faccio, magari mi protegga o addirittura mi mantenga in vita, indipendentemente, in una certa misura, dalla mia volontà e dalle mie azioni??.....Nonostante questa protezione invisibile, noi preferiamo immaginarci gettati nudi nel mondo, vulnerabili e completamente soli.

E' più facile credere nella favola di uno sviluppo autonomo , eroico, che in quella di una provvidenza che ci guida e ci ama, che ci trova necessari per quello che abbiamo da offrire e che accorre in nostro aiuto.

I bambini rappresentano la miglior dimostrazione pratica di questa teoria. ....e mi riferisco soprattutto al banalissimo miracolo in cui si rivela il MARCHIO DEL CARATTERE: tutto a un tratto, come dal nulla, il bambino o la bambina mostrano chi sono e la cosa che devono fare. Queste urgenze sono spesso frenate da percezioni distorte e da un ambiente poco ricettivo, sicchè la vocazione si manifesta nella miriade di sintomi del bambino difficile, del bambino autodistruttivo, del bambino "Iper", tutte espressioni inventate dagli adulti in difesa della propria incapacità a comprendere il sintomo.

Ebbene la teoria della ghianda offre un modo completamente nuovo di guardare al comportamento infantile, considerandolo non tanto dal punto di vista delle cause quanto delle vocazioni, non tanto delle influenze passate, quanto delle rivelazioni di un futuro intuito.

Riguardo ai bambini e alla loro psicologia chiedo che ci togliamo il paraocchi dell'abitudine. Voglio che riusciamo a vedere come ciò che fanno e che patiscono i bambini abbia a che fare con la necessità di trovare un posto alla propria specifica vocazione in questo mondo.

I bambini cercano di vivere 2 vite contemporaneamente, la vita con la quale sono nati e quella del luogo e delle persone in mezzo a cui sono nati.

L'immagine di un intero destino sta tutta stipata in una minuscola ghianda, seme di una enorme quercia su esili spalle.E la sua voce che chiama è forte ed insistente e altrettanto imperiosa delle voci repressive dell'ambiente. La vocazione si esprime nei capricci e nelle ostinazioni, nelle timidiezze e nelle ritrosie che sembrano volgere il bambino contro il nostro mondo, mentre servono forse a proteggere il mondo che egli porta con sè e dal quale proviene.

La teoria della ghianda si propone come una psicologia dell'infanzia. Ogni bambino , è un bambino dotato, traboccante di dati (spesso clinici): ovvero di DOTI, che sono tipiche sue e che si manifestano in modo tipico, sovente causa di disadattamento e di sofferenza."

Ecco che nel loro comportamento,  nelle loro immaginazioni, nella loro creatività, nei loro comportamenti definiti patologici , risiedono indicazioni del loro daimon e di ciò che potrebbe volere il loro daimon affinchè si realizzi la propria vita futura. Questo dunque è un forte invito a riflettere sul ruolo della comunità educante quando prende decisioni fortemente contrastanti rispetto al possibile sviluppo del potenziale del bambino.

Oggi noi tutti, genitori, educatori, amici, negozianti, nonni ed ogni individuo che si relazioni con un bambino, siamo chiamati ad uno sforzo per evitare loro di subire l'oppressione di un sistema che li sta definendo pericolosi per gli altri individui.

Mai come oggi occorre mostrare altre strade utili alla realizzazione della propria individualità, occorre cercare vie di fuga o sentieri nuovi anche all'interno degli istituti scolastici per permettere loro di esprimere le proprie potenzialità affinchè la ghianda diventi una possente quercia.

E qui rubo una potente immagine utilizzata da Andre Stern: evitiamo loro di rimanere dei semplici bonsai, come lo siamo noi adulti, piccola immagine di un potenziale sacrificato a causa di una comunità educante che sta loro imponendo limiti sempre più disumani

Dedicato alle future querce!!!!



giovedì 4 giugno 2020

Verso l' ISOLA POSSIBILE.

Una cara amica mi ha inviato una cartolina magica con un veliero tridimensionale, il veliero di Peter Pan per giungere all'Isola che non c'è.
Come mi ha ricordato, noi su quel veliero ci siamo già e insieme, in un futuro che spero non sia troppo lontano, giungeremo all'Isola che non c'è.
Invito un numero sempre più ampio di persone a salire sul veliero e a raggiungerci muniti di fiducia in un altro mondo possibile.
Questo veliero non ci traghetta da una sponda all'altra verso gli inferi, ma fa qualcosa di grandioso permette di credere nei propri sogni e di trasformarli in realtà, un veliero che si nutre di sogni e non di paure e di sensi di colpa.
Quando ho aperto la lettera non ho potuto non pensare che devo sempre rimanere bambina e che, mai come in questo periodo, devo permettere ai bambini di collegarsi ai loro mondi invisibili e lasciare andare le paure indotte dagli adulti.
Se io invitassi qui in campagna i bambini a giocare, alimentare i loro sogni attraverso il gioco, mi basterebbe avere tutti i bambini qui senza genitori , mi basterebbe lasciarli giocare tra i campi, l'aia, con gli animali o da soli per vederli vivi immersi nei loro sogni senza maschere e senza mascherine dietro cui nascondersi e celare i propri volti. A loro basta poco, basta essere affiancati da comandanti coraggiosi e spensierati per andare senza paura verso l'Isola che non c'è !!
Da tempo sto pensando che per cambiare il presente dei bambini occorre lavorare sui loro genitori, per coltivare la creatività dei bambini, occorre rieducare i genitori all'utilizzo della fantasia, della creatività, così potremo insieme evitare di avere un sistema educativo, famigliare e scolastico, che si basa sul controllo e che si vuota di fiducia.
Dopo questi lunghi mesi di controllo sociale, ho potuto vedere come molti genitori abbiano acutizzato il loro attraverso i figli, già eccessivo; l'ho potuto vedere per esempio attraverso l'utilizzo indiscriminato delle mascherine  anche in età pediatrica.
Ma in tanti ci siamo posti molte domande sull'educazione in senso ampio, non solo legata all'ambito scolastico. Ho potuto parlare con genitori che si sono resi conto che i figli sono, per necessità organizzative, troppo spesso delegati ad altri, ad altri educatori e che il loro tempo per godersi la loro crescita ormai è fugace per colpa dei lavori a tempo pieno e della moltitudine di corsi e impegni extra scolastici.
Per la prima volta, dopo diversi anni di istruzione famigliare, ho sentito che alcune famiglie hanno mostrato una forte curiosità verso l'homeschooling, svuotata di pregiudizi rispetto al passato.
Una curiosità affiancata dalla necessità di riappropiarsi di una relazione non più fugace con i propri figli.
Quello che forse ancora non sanno è che fare homeschooling e ancora meglio unschooling rende i genitori comandanti di quel veliero diretto verso l'Isola che non c'è.
Ma ancora meglio, costruire una comunità reale di famiglie che si affidano ad un nuovo sistema educativo permette di salire tutti insieme su quel veliero.
Non si tratta di andare contro il sistema educativo dominante, ma di costruirne uno parallelo che inviti la comunità educante ad un confronto sui tanti vincoli imposti dall'educazione odierna.
Si tratta di costruire nuovi percorsi che meravigliosamente si potrebbero incrociare ed incontrare con gli altri, finalmente con l'intento di un confronto senza il timore da entrambe le parti di un giudizio subito.
Siccome ci piace sognare, sogniamo una comunità fluida, in grado di sostenersi l'un l'altro, salire sul veliero diretto verso i sogni, le proprie inclinazioni, le proprie passioni e questa potrebbe indurre il sistema scolastico a rivedere il proprio presente fatto di voti che alimentano un approccio alla vita neoliberista, fatto di nozioni memorizzate senza il piacere di apprendere.
Su questo veliero potremo finalmente salire giurando sul pieno rispetto della Costituzione Italiana  e rispettando l'articolo 3 della Costituzione, rimuovendo ogni ostacolo al pieno sviluppo della persona umana.
Io lo sento.... l'Isola che non c' è è sempre più vicina non è un miraggio e per guidare il veliero nella giusta direzione il  carburante è un nuovo modello educativo dove i sogni e la creatività diventano finalmente l'obiettivo sociale delle famiglie.

Vi aspettiamo!! Noi siamo già a bordo e qui l'amicizia è autentica!!!





mercoledì 11 marzo 2020

Camminare per non stare nella paura.

In un periodo storico di alienazione e limitazioni sociali che per l'Italia non ha precedenti se si fa riferimento al dopoguerra, ho creduto fosse utile per tutte le persone ancora non paralizzate emotivamente dal Coronavirus parlare della pratica del CAMMINARE.
Come in molti post, anche in questo suggerisco la lettura di un libro intriso di saggezza...

Camminare, un gesto sovversivo     di Erling Kagge.

Mi chiedo come la gente proprio ora che si parla di emergenza sanitaria, prenda in considerazione esclusivamente il fatto di rinchiudersi in casa, magari senza cambiare aria, perchè il nemico è nell'aria che aleggia munito del messaggio subliminale..."Io sono la morte, sono arrivata, tu hai trascurato la tua vita, hai trascurato il tuo corpo, hai annientato il tuo spirito e la tua anima, preoccupandoti solo di TE e quasi mai dell'ambiente che ti circonda...Caro essere umano tu non ti ascolti da lungo tempo, tu abusi delle tue energie, schiacci la tua coscienza e con la paura io mi rafforzo divento mostruosamente pericoloso...""
Ma qui non si tratta di non seguire le raccomandazioni base collegate all'aggregazione sociale, luoghi pubblici etc... Anche un parco affollato.
Mai io mi chiedo: chi vive in paesi di campagna, spesso neppure in zona rossa (pensiamo alle vaste campagne della Pianura Padana o alle zone collinose e montane, pensiamo alla  diversità territoriale dell'Italia)?
Queste persone, possibile che non riescano con un po' di ragionevolezza a comprendere che una camminata li aiuterebbe molto più di un antidepressivo a limitare quelle crisi di panico sociale che stanno prendendo il sopravvento??
Una camminata in campagna soli li aiuterebbe intanto ad assimilare la vitamina D grazie al sole e a calmare quella tensione fisica e mentale che li sta immobilizzando!!
Molti negli ultimi giorni stanno dicendo che aleggia un silenzio colmo di paura, tra la gente, e se alcuni, che hanno una visione un po' diversa, magari lungimirante in una società meno terrorizzata,
osano rassicurare e sdrammatizzare, vengono presi per pazzi non in grado di vedere la terribile malattia che dall'aria circostante sta invadendo lo stivale procedendo da Nord a Sud, come le terribili Invasioni Barbariche!!!
Io nutro sempre una speranza per l'essere umano, so che molti stanno evolvendosi e stanno capendo che preoccupandosi e occupandosi sempre di sè, della propria salute e dell'ambiente, arrivano ad avere una  migliore qualità della vita, ma sono anche sincera:  in questi momenti io colgo solo e sento solo nell'inconscio collettivo della nostra popolazione una paura della malattia che pietrifica il corpo.

Senza un corpo sciolto e mobile non vi è libertà, senza un corpo rilassato non vi è serenità, senza un corpo in ascolto con l'ambiente circostante non vi è ampia percezione mentale.

E proprio queste riflessioni prendono forma in alcuni capitoli del libro che ho citato, eccone una sui
PIEDI
"I piedi sono in comunicazione con gli occhi, le orecchie, il naso, le braccia, il busto e le sensazioni, in un dialogo spesso troppo rapido affinchè la mente riesca ad afferrarlo.
I piedi ci portano avanti con precisione. Percepiscono il suolo e tutto ciò con cui la zona plantare viene a contatto.
Registrano impressioni e poi fanno un passo in avanti o di lato.
I piedi sono strutture meccaniche forti e complesse con 26 ossa, 33 articolazioni e oltre 100 tendini, muscoli e legamenti, tengono il corpo eretto e in equilibrio"

Ma proprio i piedi che hanno perso nella società contemporanea il contatto con la loro forza, con la loro capacità di percorrere sentieri scoscesi abitualmente, hanno perso anche il contatto con la nostra mente.
Spesso molta gente ha un corpo che porta in giro un'enorme testa colma di pensieri, fissazioni , o semplicemente informazioni, ma questa stessa testa non sente i messaggi che i piedi e tutto il corpo le inviano.
Ecco che oggi le menti risultano colme di pensieri ossessivi collegati al Coronavirus, ma questi pensieri volenti o nolenti sono sempre in comunicazione con il proprio corpo, e mandano messaggi al proprio corpo, certo non  messaggi di rilassamento ma di tensione.
Credo che una simile e semplice riflessione sia accessibile a tutti noi.
Ma di risposta il nostro corpo che sta nella verità più della mente, sicuramente chiede pace, chiede rilassamento, chiede di lasciare andare il piede, di rilassare le spalle , di scaricare la schiena e di muovere il collo per esempio...Per non parlare del bacino, il nostro corpo chiede di liberare tutte le articolazioni, anche ginocchia, anche, bacino.
Sempre in ogni momento della nostra vita il corpo vuole libertà, non sopporta gabbie e sovrastrutture e occorre liberarlo rimettendolo in contatto con la psiche.

CORPO E PSICHE DEVONO RITROVARSI DOPO TANTO DISTACCO PER PERMETTERCI DI EVOLVERE CON CONSAPEVOLEZZA.

La consapevolezza potendosi così esprimere ci permette di relegare la PAURA e di esprimere l'AMORE!!!


Ecco che la CAMMINATA assume un ruolo fondamentale, ci rimette in contatto con il nostro corpo, ci fa abbandonare pensieri ossessivi e in questo modo con lucidità e maggiore distacco la vera percezione della realtà si fa più viva.
Ma una cosa fondamentale nel camminare è mantenere quell'ascolto verso il corpo, verso i piedi, e verso i messaggi che ci manda.
Ciò significa spostare l'attenzione dall'alto, dalla mente onnipresente come se fosse divina, verso il corpo.
Perchè non è la mente e la ragione ad essere divina ma la divinità è presente nell'UNITA', nel TUTTO.
NON VI DEVE ESSERE SEPARAZIONE MA SEMPRE UNITA' PER RISVEGLIARE LA NOSTRA COSCIENZA.
Camminare risveglia la coscienza e porta all'unità tra mente e corpo, impedendo alla mente e alle sue ossessioni di prendere il sopravvento e di schiacciare la nostra vera capacità di sentire.

E concludo con riflessioni prese dal filosofo Maurice Merleau-Ponty riguardanti il pensiero ed il corpo.
Ovviamente solo chi cammina molto vi si può riconoscere.
"L'uomo pensa con tutto se stesso. Sia con la testa, sia con il corpo.
Noi consociamo , custodiamo, i ricordi e riflettiamo con le dita dei piedi, i piedi, le gambe, le braccia, la pancia, il petto e le spalle."
Perciò è impensabile pensare che un pensiero colmo di paura non possa immobilizzarci, bloccare i nostri muscoli e se mantenuto non possa per es. bloccare la funzionalità dei nostri organi.
Del resto la medicina tradizionale cinese, MTC, con i suoi meridiani che scorrono lungo il nostro corpo ci parla di connessione tra esterno ed interno, tra linee energetiche esterne e organi interni, tra alto e basso ovvero tra testa e piedi percorrendo tutto il corpo.
Siamo continuamente in connessione, ma se questa connessione non la sentiamo, se questa connessione la trascuriamo pensando solo al lavoro, magari ossessionati da un pensiero, come in questi giorni il pensiero della malattia, se non la alimentiamo con il contatto con la natura attraverso una camminata consapevole, allora l'emozione dominante prenderà il sopravvento e alla lunga indebolirà l'organo corrispondente.
Nella MTC la PAURA è connessa ai RENI.
Camminiamo, connettiamoci ed evitiamo di indebolire la nostra vitalità organica che mai come ora ha bisogno di sostegno e ascolto!!!!










mercoledì 4 marzo 2020

La normalità secondo Huxley

In questi giorni di riflessione sociale per alcuni, alienazione per altri, panico per altri ancora collegati all'evento mediatico del Coronavirus, molti suggeriscono di leggere Cecità di Saramago.
Il primo libro che nell'immediato mi ha ricordato la caserma militare in cui sono stati messi in quarantena i primi italiani rientrati è stato proprio Cecità.
Ma la realtà supera la fantasia di Saramago poichè addirittura gli italiani in quarantena isolati vengono intervistati e l'informazione fa apparire il tutto come una situazione normale, una situazione necessaria in una società civile, dove tutti devono accettare l'isolamento nel caso di infezione....tutti siamo potenziali untori con o senza sintomo.
Una follia mediatica non una normalità.
In questi casi mi piace ritrovare definizioni filosofiche o letterarie di alcuni termini o di alcuni periodi sociali.
Ho preso in mano il libro di Aldous Huxley "Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo" e proprio nella seconda parte in cui analizza e scansiona la società anormale del suo libro, Huxley descrive la società occidentale partendo da un'analisi del filosofo e psichiatra Erich Fromm.
Così ho pensato di condividere di seguito queste pagine.

Erich Fromm risponde così alla domanda in cui si chiede in che modo i progressi tecnologici degli ultimi anni abbiano agito sull'individuo:
"La nostra società occidentale contemporanea, nonostante il progresso materiale, intellettuale e politico, è sempre meno capace di condurre alla sanità mentale, e tende a minare invece la sicurezza interiore, la felicità, la ragione, la capacità d'amore nell'individuo; tende a trasformarlo in un automa che paga il suo successo di uomo con una sempre più grave infermità mentale, con la disperazione che si cela sotto la frenetica corsa al lavoro e al cosiddetto piacere."
Questa grave infermità mentale può esprimersi in sintomi nevrotici, palesi,  quanto mai desolanti.
ma Fromm prosegue dicendo: "Attenti a non ridurre l'igiene mentale alla semplice prevenzione dei sintomi.
I sintomi, in quanto tali, sono per noi non nemici, ma amici, dov'è un sintomo, là vi è conflitto, e conflitto significa sempre che forze vitali lottano ancora per l'integrazione e per la felicità."
Di seguito Huxley analizza gli individui normali....
Le vittime veramente disperate dell'infermità mentale si trovano proprio tra gli individui che paiono normalissimi. Molti di essi sono normali solo perchè si sono adattati al nostro modo d'esistenza, perchè la loro voce di uomini è stata messa al silenzio in età così giovane che essi nemmeno lottano, nè soffrono, nè hanno i sintomi del nevrotico. Non sono normali, diciamo così, nel senso assoluto della parola, sono normali solamente in rapporto ad una società profondamente anormale.
Il loro perfetto adattamento a quella società anormale è la misura della loro infermità mentale.
Questi milioni di individui abnormemente normali, che vivono senza difficoltà in una societò a cui, se fossero pienamente uomini, non dovrebbero adattarsi, ancora carezzano " l'illusione della INDIVIDUALITA'" ma di fatto sono stati in larga misura disindividualizzati.

IL LORO CONFORMISMO DA' LUOGO A QUALCOSA CHE SOMIGLIA ALL'UNIFORMITA'.
MA UNIFORMITA' E LIBERTA' SONO INCOMPATIBILI.
UNIFORMITA' E SALUTE MENTALE SONO ANCH'ESSE INCOMPATIBILI....

L'uomo non è fatto per essere automa, e se lo diventa, va distrutta la base della sanità mentale.
Nel corso dell'evoluzione la natura si è adoperata in ogni modo perchè ciascun individuo fosse diverso da tutti gli altri.
Qualsiasi cultura che, nell'interesse dell'efficienza o in nome di un dogma religioso o politico,  cerca di standardizzare l'individuo umano, commette un'offesa contro la natura biologica dell'uomo.

La scienza può definirsi riduzione dalla molteplicità all'unità.
Essa cerca di spiegare l'infinita diversità dei fenomeni naturali ignorando l'unicità dei singoli fatti, mettendo a fuoco quel che essi hanno in comune e infine astraendo una legge per la quale i fatti prendano senso e sia quindi possibile affrontarli.
Con lo stesso spirito l'artista, prende le innumerevoli diversità e unicità del mondo esterno e la propria fantasia, e dà a tutto un significato entro un sistema ordinato di moduli plastici, letterari o musicali.
Il desiderio di porre ordine al caos,, di trarre armonia dalla dissonanza, unità dalla molteplicità...E' una sorta di ISTINTO INTELLETTUALE....
L'opera di questa Volontà d'Ordine è quasi sempre benefica nel campo della scienza, dell'arte e della filosofia.
Ma nella sfera sociale, nel dominio della politica e dell'economia, la Volontà d'Ordine diventa veramente pericolosa.
Qui la riduzione teoretica della molteplicità ingestibile a unità comprensibile si muta nella vita pratica in riduzione della diversità umana a uniformità subumana della libertà e servitù.
La volontà d'ordine può trasformare in tiranno chi voleva solamente spazzare via la confusione.
La bellezza dell'ordine serve come giustificazione al dispotismo.
L'organizzazione è indispensabile, perchè la libertà sorge e acquista senso solo entro una comunità che sappia regolarsi da sè, composta da individui liberi e cooperanti.
ma l'organizzazione, seppur indispensabile, può anche essere letale-
L'eccessiva organizzazione trasforma gli uomini in AUTOMI, SOFFOCA LO SPIRITO CREATIVO, TOGLIE OGNI POSSIBILITA' DI LIBERAZIONE.
Come sempre la via di mezzo è la più sicura, tra il lasciar fare da una parte e il controllo totale dall'altra.

Tratto da
Aldous Huxley - Ritorno al mondo nuovo.

Credo che come individui e genitori noi dobbiamo ai nostri figli la possibilità di sperimentare la libertà e la creatività in un momento storico in cui viene chiesto alla società di soffocare ogni possibilità di esprimersi come individui, dalla scuola, al lavoro, passando per la rinuncia delle proprie passioni in nome di un falso benessere economico e sociale.
Credo che in questo momento storico la paura sia ormai una psicosi collettiva e che occorra fare uno sforzo per risvegliare le coscienze in un presente che vede gli individui come pedine di un gioco economico in mano alle lobby.
Serve uno sforzo collettivo.... oggi più che mai!!!!!

Ah dimenticavo queste profonde analisi sono state fatte nella prima metà del secolo scorso...
E allora muoversi.......muoversi!!!!